Elena Gianini Belotti, è morta la pedagogista autrice di “Dalla parte delle bambine”
Si è spenta a Roma nella notte di Natale, all’età di 93 anni la pedagogista, saggista e scrittrice Elena Gianini Belotti, grande protagonista del femminismo italiano, la prima a parlare di sessismo nell’educazione con il suo famoso libro Dalla parte delle bambine.
Insegnante per molti anni alla Scuola Assistenti Infanzia Montessori, Gianini Belotti nel 1960 partecipò alla fondazione del Centro Nascita Montessori di Roma, assumendone la direzione che conservò fino al 1980: fu il primo in Italia ad occuparsi della preparazione delle future madri al parto e alla cura del bambino nei primi mesi di vita.
Nel Centro le gestanti venivano preparate psicologicamente e praticamente al compito di madri rispettose dell’individualità del bambino.
Ed è stato proprio dal lavoro negli asili nidi con i bambini al di sotto dei 3 anni e dall’osservazione dei loro comportamenti precoci, diversificati secondo il genere, che è nato il suo primo libro Dalla parte delle bambine, pubblicato da Feltrinelli nel 1973, che, come la stessa autrice disse, “analizza l’influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita, ovvero come la società vuole che diventiamo donne, fin dalla nascita, o meglio, fin da quando siamo nel grembo materno”.
Basti pensare che questo testo, che individuava ed analizzava in maniera pionieristica i condizionamenti sociali, culturali cui vengono sottoposti maschi e femmine, ha avuto 57 edizioni per più di 600.000 copie e traduzioni in 15 lingue, tanto da diventare un testo a dir poco rivoluzionario per l’epoca: né l’autrice né l’editore si immaginavano un successo così straordinario.
“La bambina vivace ed esuberante non rientra negli stereotipi”, scriveva all’epoca Gianini Belotti. “Il maschio spacca tutto è accettato, la femmina no. La sua aggressività, la sua curiosità, la sua vitalità spaventano e così vengono messe in atto tutte le tecniche possibili per indurla a modificare il suo comportamento”.
Nel 1960 come già detto, la svolta della sua vita con la fondazione del Centro Nascita Montessori.
L’idea di partenza era di trasformare in azioni concrete le indicazioni teoriche montessoriane sulla precocissima vita psichica del neonato, allora considerato un essere inerte, insensibile, cieco e sordo agli stimoli affettivi e ambientali.
Era indispensabile rivedere le modalità del parto e della nascita, intrusive e violente e noncuranti delle necessità della madre e del bambino, e rielaborare, con attenzione e delicatezza, le cure e gli interventi più adeguati, scaturiti dall’osservazione empirica del comportamento neonatale nei primi mesi di vita.
A questo scopo con la direzione di Gianini Belotti venne curata la preparazione specifica di assistenti specializzate, iniziarono per le gestanti i corsi di preparazione al parto con il training autogeno e quelli alla cura del neonato, nei quali vennero coinvolti anche i padri, ammessi in sala parto.
Ci furono i primi incontri sui metodi contraccettivi e sull’educazione sessuale, consulenze a domicilio sui problemi infantili nei primi tre anni di vita.
Per Elena Gianini Belotti è stato un lavoro appassionante, molto utile per la sua formazione e anche per la sua successiva attività letteraria. Tematiche all’avanguardia considerati i tempi di cui stiamo parlando, ma questa donna tenace, determinata e coraggiosa non ha mai pensato di non farcela, le sue idee chiarissime dovevano in qualche modo raggiungere una vasta platea affinché qualcosa cambiasse sia nella percezione della donna in attesa di un bambino, sia nella considerazione del bambino stesso da considerare come una persona a tutti gli effetti, con il suo sentire, il suo percepire, con i suoi sentimenti, con una psiche che non si poteva ignorare ma che anzi andava accudita parimenti al suo corpo.
Tutto questo fu rivoluzionario e dobbiamo a questa straordinaria donna i cambiamenti che da quel momento in poi abbiamo potuto toccare con mano, vivere se non in prima persona almeno nel mondo che stava cambiano direzione su queste tematiche.
Una scomparsa che non può lasciare indifferenti e ci spinge a ringraziarla per tutto ciò che è riuscita a costruire, ossia un pensiero differente.
Stefania Lastoria