Michelangelo Pistoletto e il terzo paradiso

Correva l’anno 1933, era giugno il 25 giugno, a Biella nasceva Michelangelo Pistoletto. Figlio unico, la mamma Livia e il papà Ettore Oliviero, pittore e restauratore. Proprio frequentando lo studio del papà che Michelangelo inizia ad imparare l’arte del disegno e della pittura e le tecniche del restauro, affascinato dall’arte ne viene rapito al punto di intraprendere un percorso che lo porta, con le sue produzioni, a collezionare importanti riconoscimenti anche a livello internazionale, negli anni si susseguono le sue mostre personali in gallerie e musei tra i più prestigiosi sia in europa che negli Stati Uniti.

Tanti i successi che lo portano nel 2003, alla Biennale di Venezia, ad essere insignito del Leone d’Oro alla Carriera. Nel 2004 l’Università di torino gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze Politiche e proprio in quell’occassione Pistoletto annuncia il suo ultimo contributo al mondo dell’arte, il Terzo Paradiso.

Il Terzo Paradiso ha inizio nel 2003 quando l’artista in un manifesto ne disegna il simbolo: due cerchi contigui agli estremi di un’altro cerchio centrale più grande, in pratica Pistoletto ha creato un simbolo prendendo e rielaborando il segno matematico dell’infinito. Ma fa di più nel 2005 nella 51^ Biennale di Venezia il Terzo Paradiso viene presentato all’insegna del rispetto verso la natura e gli spazi urbani, e il modo creativo di coinvolgimento di adulti e bambini che interagiscono tra arte e società è la consacrazione, il Terzo Paradiso diventa una riflessione sulla sostenibilità ambientale.

A pensarci, oggi a distanza di 20 anni possiamo dire che era gia avanti sul tema dell’ambiente e comunque il Terzo Paradiso diventa un saggio e lo scrive lo stesso Pistoletto.

Nel 2011 nel Bosco di San Francesco ad Assisi l’artista ha creato un percorso che parte dalla Basilica di San Francesco e termina nella vallata solcata dal torrente Tescio, qui Pistoletto ha costruito il Terzo Paradiso. Ha riprodotto il simbolo elaborato dell’infinito tracciandolo nel terreno e sul tracciato ha piantato alberi di ulivo. Perché Terzio Paradiso? Pistoletto ha immaginato la fusione tra il primo paradiso e il secondo paradiso. Il primo è quello degli esseri umani integrati nella natura, il secondo è il paradiso artificiale, quello delle comodità, dei piaceri, e di altri generi di artifici, il terzo è quello dell’umanità, la connessione tra il primo e il secondo.

Connessione, indispensabile per la sopravvivenza del genere umano. Due cerchi uniti da un cerchio più grande, natura e artificio compenetrati dal cerchio grande che come un grembo materno simboleggia la generazione di una nuova umanità.

Camminare percorrendo il tracciato del Terzo Paradiso tra gli ulivi che sono alberi eletti a simbolo di pace, di amore, di speranza, è un’esperienza unica, farlo a piedi scalzi aumenta ancor di più il contatto tra natura e uomo. C’è chi lo fa, e lo fa senza artifici e spoglio di ogni modernità addosso, vestito con un rudimentale saio, percorrendo il il tracciato del Terzo Paradiso per assorbire l’energia della natura, poggiando poi le mani nel palo di unione tra cielo e terra che è conficcato nel mezzo del cerchio grande, quello della generazione di una nuova umanità.

Livia Scatolini