Randy Rhoads, caro agli dei

Il commediografo Menandro è stato un grande fulmine che ha squarciato la notte della civiltà greca classica, ormai in decadenza e sotto la dominazione macedone.

Il poeta ateniese incendiò, letteralmente, la vecchia, gloriosa e divisa Grecia, ancora sanguinante per le ferite delle sue molte guerre interne e per la pressante influenza del regno di Macedonia, con versi folgoranti che seppero ritrarla in tutti i suoi atavici vizi e difetti.

Con uno di questi versi, un frammento di un’opera perduta, vorrei aprire questo articolo, che non vorrebbe poi dire più niente. Sempre più, infatti, di fronte alla bruttezza e allo sfacelo di questo nostro mondo, mi rendo conto che dobbiamo tacere.

Tacere, e consegnare alla morte una goccia di splendore. Per citare un altro grande poeta.

Il verso di Menandro è il seguente: Ὃν οἱ θεοὶ φιλοῦσιν, ἀποθνὴσκει νέος,

muore giovane chi è caro agli dei.

Questo verso si adatta perfettamente alla vita e alla tragica scomparsa di Randall William “Randy” Rhoads, leggendario chitarrista dei Quiet Riot e di Ozzy Osbourne, morto tragicamente durante un tour con quest’ultimo il 19 marzo di 41 anni fa per un incidente aereo. 

Si adatta, il verso di Menandro, a celebrare non tanto la tragica fine del chitarrista californiano, quanto a porne in luce l’eredità che ci ha lasciato. Un’eredità di profonda, quasi maniacale dedizione al proprio demone, di genio, talento e totale impegno nel rendere i proprio

doni naturali gioia per gli altri.

Non è questo, profondamente, il messaggio di Gesù, che la gioia piena si realizza soltanto nel dare la propria vita ai propri amici per amore?

Vorrei fermarmi qui con le parole, e invitarvi semplicemente ad ascoltare la musica di Randy Rhoads: il riff di Crazy Train; l’assolo di Goodbye to Romance.

Un mio maestro di chitarra anni fa mi raccontò di una sua amica australiana che era stata molto depressa, ed era riuscita a risollevarsi dalle grinfie di questo terribile male.

Mi raccontò che, ancora giovane, intorno ai trent’anni, la sua amica partecipò ad uno dei concerti leggendari di Ozzy Osbourne con Rhoads alla chitarra.

Mi disse che riuscì a entrare nel backstage, e a consegnare al chitarrista una lettera con i motivi per i quali aveva scelto di continuare a vivere, tra i quali c’era la sua musica.

Quando Randy Rhoads morì, in Florida, il 19 marzo del 1982, nel pieno di un tour con Ozzy Osbourne, dall’autopsia non emerse alcuna traccia di sostanze stupefacenti.

Aveva soltanto 25 anni.

Giacomo Fagiolini

 

 

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