Gentilezza ed educazione sono lussi che non possono essere pretesi

Sabato 5 Ottobre, ore 14:00

Una volta arrivato a Piazzale Ostiense e parcheggiata la macchina, mi dirigo nel centro della piazza, superando le schiere di poliziotti e camionette che tappavano ogni entrata ed uscita.

Mi sono trovato in mezzo a migliaia di ragazzi, famiglie, persone anziane e bambini.

Abbiamo ascoltato chi ha parlato e abbiamo cantato i cori che inneggiano alla pace e alla fine dello sterminio in Palestina.

Con il microfono, numerose persone hanno voluto chiarire quelli che erano i motivi della manifestazione, ovvero la liberazione del popolo palestinese, linterruzione del genocidio da parte di Israele e dellIdf, ma anche far capire e fare in modo che arrivasse a tutti il concetto per cui non basta imporre il divieto di manifestare per silenziare la voce di 10.000 persone.

Laria che si respirava era aria di pace e serenità.

 

Sabato 5 Ottobre, ore 17:30

Dopo aver cercato di partire, girando numerose volte nella piazza, la testa del corteo si è diretta verso Viale Ostiense.

Appena lo striscione si è avvicinato ai poliziotti, si sono alzati i primi manganelli, scaraventandosi contro qualunque tipo di persona.

Da lì in poi sono cominciati gli scontri. Probabilmente i poliziotti lì presenti, hanno visto questo come il segnale di via libera.

Non hanno esitato un attimo a picchiare, caricare e usare la violenza contro ragazzi e ragazze.

Le persone che erano in fondo alla piazza, si sono ritrovate schiacciate, visto che i camion della polizia bloccavano ogni uscita.

Chi invece si è ritrovato in prima fila, come il sottoscritto, si è trovato davanti la celere pronta a sfogare la propria violenza.

Manganelli, scudi, lacrimogeni, idranti.

Contro persone che hanno provato a difendersi con quello che era possibile raccogliere da terra.

Ci tengo a ringraziare la ragazza che mi ha sorretto, dopo che un poliziotto, avendola caricata, ha deciso di colpirmi, dal momento in cui mi sono in mezzo.

Mario Monicelli sosteneva che la speranza è una trappola usata dal potere per ingabbiare i poveretti, promettendo un futuro di benessere qui e nellaldilà”.

È giusto conservare la speranza di cambiare le cose, ma è anche bene prendere atto di ciò che ci consente di cambiare una determinata situazione e ciò che ci lascia a sperare.

La rabbia è motore di cambiamento, non la speranza.

Di fronte a fascisti armati e protetti dallo Stato, gentilezza ed educazione sono lussi che non possono essere pretesi.

Se ho capito qualcosa dal corteo di sabato 5 ottobre, è stata che non serve lanciare bombe carta per contrastare il potere, che le armi non servono a niente di fronte a un altro essere umano. Ma allo stesso tempo, penso e ne sono estremamente convinto, che debba finire il tempo in cui sono i non violenti a prendere manganellate, a soffocare in mezzo ai fumi lacrimogeni.

La non disubbidienza protegge lo Stato.

 

Luca Baldi