ROMA NEL CINEMA A PENNELLO

silviaROMA NEL CINEMA A PENNELLO I BOZZETTI PITTORICI DEI MANIFESTI CINEMATOGRAFICI

da “Roma città aperta” a “La voce della luna”

di Silvia Amadio

Inserita nel palinsesto della Festa del Cinema di Roma, questa mostra allestita a Palazzo Merulana, grazie al patrocinio di Anica e SIAE, ci offre la possibilità di ammirare 50 bozzetti pittorici originali realizzati da grandi pittori specializzati nell’arte della cartellonistica cinematografica. Molti di essi sfoggiano anche gli autografi degli attori protagonisti del film, o del pittore che li ha dipinti. Molti sono semplici bozzetti disegnati con disinvoltura e semplicità a mano libera e ci mostrano come questi artisti hanno tracciato le linee base dalle quali nasceva più avanti il quadro vero e proprio. L’esposizione raccoglie proprio il bozzetto ufficiale, quello scelto poi da registi e produttori per essere stampato dalle tipografie per diventare il manifesto ufficiale di quel determinato film.

La narrazione della nostra città, la Roma conosciuta in tutto il mondo attraverso quelle opere d’arte che sono i film, ci porta indietro nel tempo e scorre sotto i nostri occhi attraverso le immagini di quel cinema che ha fatto la storia. 

L’esposizione è stata pensata dai curatori Stefano Di Tommaso e Paolo Marinozzi famosi collezionisti che hanno messo a disposizione i loro “cimeli” raccolti in cinquant’anni di appassionata ricerca. Entrambi, durante tutto questo tempo, sono andati in cerca e hanno collezionato centinaia tra oggetti di scena, sceneggiature originali, locandine, brochure dei film, autografi e manifesti.

L’esposizione vuole essere anche un omaggio al grande cinema italiano, i curatori hanno voluto celebrare sia il grande regista Federico Fellini che ha ambientato a Roma i suoi film più iconici come “La dolce vita” usando i set di Cinecittà per dare vita alle sue scenografie visionarie, sia il grande attore Alberto Sordi che ha rappresentato la romanità come nessun altro, interpretando i diversi ruoli che hanno lasciato il segno nella storia del cinema.

I curatori hanno voluto omaggiare anche alcuni anniversari importanti, ad esempio, il cinquantesimo anno dalla morte di Vittorio De Sica e di Pietro Germi, il centenario dalla nascita di Marcello Mastroianni ed il novantesimo compleanno (appena festeggiato) della stella del cinema italiano, Sophia Loren.

L’esposizione raccoglie cinquanta tra i più iconici manifesti che raccontano Roma attraverso il cinema, e sono solo alcuni dei tantissimi dipinti collezionati dai curatori, impossibile nominarli tutti, per questo motivo si raccomanda la visita dell’esposizione che rimarrà disponibile a Palazzo Merulana di Roma fino all’8 dicembre.

Di Tommaso e Marinozzi, hanno scelto i pezzi più rappresentativi di quell’arte pittorica di nicchia che è quella del cinema a pennello. Hanno deciso di mettere a disposizione dei visitatori qualche tempera su carta come “Per grazia ricevuta” di Manfredi eseguito da Renato Guttuso dipinto nel 1971, oppure anche “La moglie del prete” di Dino Risi eseguito dal pittore Enzo Nistri nel 1970. Troviamo anche parecchie tempere su cartoncino: “I nuovi mostri “di Monicelli, Scola, Risi disegnato da Mauro Innocenti detto Maro nel 1977 e reso ancora più prezioso dall’ autografo di Ornella Muti.  Inoltre è stato scelto per la mostra qualche olio su tavola dei film di Fellini “Ginger e Fred”, “Roma”, “Il Casanova, Amarcord” del pittore Giuliano Geleng; vi è poi qualche schizzo a matita su carta, ad esempio molto particolare quello che chiude la rassegna, ovvero lo schizzo preparatorio a china disegnato da Milo Manara per il film “La luce della luna” di Fellini del 1990.

I dipinti raccolti dai due collezionisti e scelti proprio per seguire un iter storico simbolico, seguono un fil rouge che collega le tappe salienti della storia romana partendo dalle macerie del dopoguerra, passando per il boom economico degli anni Sessanta e per i filoni cinematografici degli anni Settanta, per arrivare alle storie della Roma contemporanea. Un iter immaginifico che davvero ci riporta indietro nel tempo, lasciando nei nostri cuori una sorta di nostalgico sentimento che ci riporta bambini, quando osservavamo la “Nottola”, ovvero la locandina affissa sulle porte dei bar su cui venivano stampate le programmazioni dei vari film nelle diverse sale. In mancanza dei sistemi di comunicazione a cui siamo abituati oggi, in cui ci basta un clic per sapere quali film sono usciti ed in quali sale sono programmati, in quei tempi era proprio la Nottola, che ci incuriosiva e ci spingeva a scegliere proprio quel determinato film la cui locandina ci ispirava e ci raccontava una intera storia grazie a pochi tratti di pennello.