Cercare cibo tra i rifiuti

Non sono cercatori d’oro. Sono cercatori di cibo tra i rifiuti. Sono a centinaia. In continuo aumento. Si aggirano, umili e imbarazzati, tra i banchi dei mercati rionali. Raccolgono quello che possono. Cercano, mele bacate, ammaccate, verdura appassita, carciofi flosci, insomma ogni genere di verdura o frutta che il venditore scarta. Alcuni anni fa, erano in pochi. Nei mercati vedevi alcuni anziani o anziane che cercavano tra gli scarti. Oggi sono molti di più. Ma molti, molti di più. Sono i nuovi poveri che si aggiungono ai già poveri di sempre. Sono gli scarti della società dei consumi che prima ti sfrutta e poi ti getta via. Ma loro, gli scarti umani, non li cerca nessuno. Nessuno li raccoglie. Valgono meno della frutta marcia.

Ormai, dice la Caritas, in Italia si trovano in condizione di povertà assoluta 5,7 milioni di persone, cioè una persona su dieci.

Il Rapporto 2024 su Povertà ed esclusione sociale della Caritas italiana, conferma l’entità del fenomeno già rilevata nel 2023. La povertà aumenta, non accenna a diminuire. Incide anche la mancanza del Reddito di Cittadinanza.

“Il passaggio alle nuove misure contro la povertà, Assegno di inclusione e Supporto alla Formazione e al lavoro, segna un cambiamento profondo nell’approccio alla povertà: con queste misure, il diritto a ricevere sostegno non è più  garantito solo in base alla condizione di povertà. Ora l’Adi (ad oggi percepito da 697.640 famiglie) è destinato solamente a nuclei familiari con persone non occupabili, come minori e disabili, mente il Sfl è riservato a chi è ritenuto occupabile e richiede percorsi formativi per il reinserimento lavorativo”.

Questa distinzione ha dimezzato il numero di famiglie che percepiva il reddito, vivono in affitto e sono monocomponenti, categorie escluse dai nuovi criteri di legge.

Il Rapporto di dice che l’aumento maggiore delle famiglie in povertà assoluta, è nel Nord. Il Nord ricco e opulento, vive le stesse contraddizioni del Sud, tanta ricchezza nelle mani di pochi, tanta miseria nelle tasche di tanti.

La disuguaglianza accentua e rende visibile la povertà, coloro che non arrivano a fine mese, cercano di tirare avanti come possono, recuperando parte dello spreco alimentare, recuperando prodotti che vengono buttati nei rifiuti. Un altro dato ci viene in mente, in Italia lo spreco alimentare supera il 20%, cioè generi alimentari che vengono buttati. Pensate ai pasti delle scuole, delle mense, degli ospedali, dove tutto ciò che non viene consumato, si butta via. Eppure ci sono in Italia, secondo la Caritas, 5,7 milioni di persone in povertà assoluta.

Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini