Frammenti di corpo terreno

Ci fermammo in via del Governo vecchio, seduti ad un tavolo tondo un po’ retrò, lasciandoci sopraffare da tutto quel tumulto di gente, lasciandoci inondare gli occhi dal fascino delle donne sedute accanto a noi.

Ci guardiamo negli occhi, e, Lucio propone un Franciacorta Vezzoli. Il caos intorno era un turbinio generale, ma qualcosa in noi tacitava la marea umana. Arrivò il Franciacorta Vezzoli, una bottiglia elegante dall’etichetta sobria ma di classe: un filo d’oro attorcigliato in ovale tondo. Luna piena nel sesso turgido di una donna, esile, alta, slanciata, con i capezzoli di un seno appena pronunciato che spingono sulla seta della camicetta.

Lucio versa il Franciacorta con delicatezza, massima espressione di rispetto per la bollicina. Inclina il bicchiere tenendo la bottiglia con la mano sul fondo. Che classe!!

Intorno a noi il movimento della folla. Le due donne al tavolo di fianco erano al secondo calice di rosso. Noi (Claudio e Lucio) constatavamo come tutto ciò si mescolasse vorticoso con i sentori pungenti ma nobili del nostro Franciacorta. Uno spumante classico  prodotto unicamente con uve Chardonnay,  dopo la fermentazione in bottiglia viene affinato per almeno 20 mesi acquisendo aromi, profumi intensi ed un perlage fine ed elegante. Lucio, sommelier d’esperienza sul campo, racconta il Franciacorta con passione, lo ascolto in silenzio. Le donne al tavolo vicino origliano, ammiccano, ci fanno un sorriso. Rispondo al sorriso mentre Lucio prosegue: le uve raccolte a mano, con cernita dei grappoli migliori provengono da annate diverse (S.A. sull’etichetta sta per senza annata) questo permette di ottenere dei vini in cui il giusto equilibrio tra acidità e zuccheri, sono esaltati dal sapiente assemblaggio fatto prima del tiraggio.

Intorno a noi la vita era in fermento, un po’ come il Franciacorta, se ne percepiva il frastuono ma anche il desiderio, la frenesia ma anche il richiamo in una metropoli con milioni di abitanti. L’ardore accumulato che si infiamma nel copro esile ma sensuale della divinità presente dentro ai nostri calici.

Bollicina armonica, dice Lucio, alzando il bicchiere ad una città caotica, sapida: il Franciacorta è prodotto senza l’utilizzo di zuccheri esogeni, da uve fenolicamente mature. Si utilizza mosto d’uva autoprodotto in rifermentaziine e in sboccatura, nel rispetto dell’integrità del frutto e della valorizzazione del territorio.

I sensi vacillano, tra un calice e l’altro, il frastuono e la sensualità strusciante provocano un confuso stordimento. Una intensa voluttà, come se essa sfogasse poi ad un godimento sordo, soffocato, per poi esplodere liberatorio, nel fondo della bottiglia di questo Franciacorta Vezzoli.  Ci sorprende con una bramosia che spinge ad infrangere, nel desiderio appassionato, la barriera di fondersi con questa folle umanità che ci siede accanto. E sul fondo del calice,  godere del sentore sorgivo di questo affascinante corpo ardente, con la voluttà della femmina aperta ad ogni contatto, nella gentilezza del Franciacorta, del contatto delle dita sulla pelle con la saliva di labbra sulle labbra, nel bordo del bicchiere.

“Ah, vita, tutto questo vuoto, eppure/ eccomi traboccare ancora di te./ non penso di tagliare questo filo/ e non intendo fuggire via da te./

Tutti i frammenti del mio corpo terreno/ si accendono per te, o poesia fervente/ somigliano ai cieli purissimi/ traboccanti di mattino e del suo vino./“ (Forugh Farrokhzad)

Lucio De Massimi – Claudio Caldarelli