Un calcio normale?
Non sono un tifoso e non mi intendo di calcio. Ma questo, in Italia come in altri Paesi, è un importante fenomeno sociale: per certi versi uno specchio dei tempi, rappresentativo dei nostri molti difetti e rari pregi. In fondo, lo sport sembra avere una piccola parte nel variegato mondo del calcio: molto più importanti sono i soldi e il tifo, per i quali ogni tanto, ce lo dicono le cronache, si può perdere anche la vita.
Molto di rado il calcio ci porta qualcosa di bello, qualcosa che vada al di là delle vittorie e delle sconfitte, dei gesti tecnici e delle polemiche.
È accaduto proprio in questi giorni, e ne voglio parlare, perché anche i non tifosi – anche i pochi che non si ritengono più bravi degli allenatori e dei commissari tecnici – possono apprezzarlo. Soprattutto perché ci riconcilia con lo sport e perché anche il calcio ridiventa sport.
Mi riferisco alla breve avventura vissuta da Claudio Ranieri come allenatore della Roma nel corso di questo campionato.
Che Ranieri sia bravo lo dimostrano i molti successi che ha saputo ottenere negli anni in tutta Europa. Di sicuro conosce bene il calcio e le sue tattiche, le sue precise geometrie e gli imprevedibili capricci del gioco. Ma conosce bene anche la mentalità e le debolezze dei calciatori: senza una fine psicologia non sarebbe uno specialista delle vittorie nei derby cittadini.
Forse non è il più grande tra gli allenatori, ma certamente il più civile e corretto. Già nel portamento e nel modo di vestire dimostra rispetto per sé e per il pubblico. Raramente polemizza, ma se lo fa, lo fa con civiltà e garbo. Non si monta la testa quando vince, non cerca scuse se perde. Ci dimostra che si possono ottenere buoni risultati con il fair play, dentro e fuori il campo; e che la spocchia o la volgarità non sono affatto indispensabili.
Se ha fatto un buon lavoro portando la sua squadra dal rischio recessione all’Europa league, ne ha fatto uno migliore dando un esempio di correttezza e signorilità, di cui il calcio ha un estremo bisogno.
Non ne ho le prove, ma sono convinto che con qualche Ranieri in più, ci sarebbero meno ultras e hooligan, meno calcioscommesse e più sport.
E come non ricordare che in questi giorni ricorrono i 40 anni dalla tragedia di Heysel? Con qualche Ranieri in più, forse, non sarebbe avvenuta.
Non voglio esagerare, ma mi piacerebbe molto qualche Ranieri anche in politica
Cesare Pirozzi