Nizza: torna la paura nel mondo occidentale

Fois

Torna la paura nel mondo occidentale. Questa volta è la città di Nizza a tremare, dove un camion ha travolto la folla lungo la Promenade des Anglais, al termine dei fuochi d'artificio per i festeggiamenti del 14 luglio. Almeno 84 i morti, un centinaio i feriti, tra cui decine di bambini e tanti dispersi. I Ministeri degli Esteri dei principali paesi europei, tra cui la Farnesina, stanno cercando di rintracciare i propri connazionali, coinvolti nell’attentato. Il Tir ha investito le persone che si trovavano sul percorso per almeno due chilometri e il Primo Ministro francese Valls ha indetto tre giorni di lutto nazionale per l’accaduto. L’Isis ha rivendicato l’attentato e questo, a pochi giorni di distanza dai fatti di Dacca, getta l’intera Europa nel più profondo sconforto. I leader dei partiti di estrema destra del vecchio Continente fanno a gara di interventi e commenti in tv, sui social network e su tutti gli altri principali mezzi di comunicazione. I media, lungi dal fare chiarezza, tendono ad affiancare questa, come altre stragi, al mondo islamico come principale colpevole, contribuendo così a mettere sul fuoco un minestrone di concetti e idee, dal sapore amaro. Ricordare a tutti che l’attentatore è un cittadino francese, potrebbe ad esempio dar la possibilità di costruire un ragionamento di più ampio respiro. Ci si chiede il perché i fatti di Baghdad di pochi giorni fa che hanno visto la morte di più di 300 persone, tra cui molti bambini, non abbiano avuto lo stesso risalto mediatico che hanno avuto quelli di Nizza. Non sono forse morte persone del popolo in Iraq? Persone che lavoravano duramente per portare a casa il pane, proprio come i morti di Nizza. Persone che hanno perso la casa, i figli o la vita. Parliamo dell’Islam anche a termini inversi e chiediamoci perché continuiamo a dipingere i musulmani come carnefici, invece che come vittime, visti i numeri.

Di Giovanni Antonio Fois
Print Friendly, PDF & Email