Il valore dell’avorio
Una delle cause della diminuzione drastica del numero degli elefanti, è il bracconaggio. L’uccisione di centinaia di esemplari, in Africa, avviene per togliere loro le zanne. La febbre da avorio contagia il mondo e la richiesta di zanne e aumentata. Fino ad alcuni anni fa era vietato qualsiasi commercio di avorio. Poi la stretta è stata allentata. Ora si commercia l’avorio, ora si riprende lo sterminio.
L’immissione, nel 2008, di tonnellate di avorio legale sul mercato internazionale, ha incentivato il mercato nero, incoraggiato il bracconaggio e provocato la morte di migliaia di elefanti. Secondo il Washinton Post, i dati dimostrano che un’altra vendita come quella sarebbe molto rischiosa.
Il commercio di avorio era stato proibito nel 1989, ma nel 2008, in via sperimentale, è stata permessa un’asta d’avorio ottenuto legalmente. Cina e Giappone ne hanno comprato più di cento tonnellate da Zimbabwe, Namibia e Botswana, che avevano raccolto le zanne dagli animali morti per cause naturali. Ora Zimbabwe e Namibia vorrebbero ripetere l’esperienza.
Ma molti pensano che l’asta del 2008 è stata una copertura per il commercio illegale. Quanti elefanti sono morti per cause naturali, per poter ottenere centinaia di tonnellate di avorio, è facile fare un conto approssimativo, ma i conti non tornano. La mortalità degli elefanti è minore delle zanne vendute, da qui il sospetto della vendita di zanne provenienti da attività di bracconaggio.
Infatti è aumentato del 66% il mercato nero dell’oro bianco. La tutela degli elefanti necessita di regole internazionali che vietino qualsiasi vendita di avorio, facendo in modo che non ci sia più un mercato legale e mettendo in piedi una tracciabilità degli oggetti di avorio per risalire all’origine di tali provenienze.