La cupola delle cupole

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Roberto Cutolo, figlio del capo della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo, per tutti don Raffae o Professore, fu ucciso con dieci colpi di calibro nove, una sera di gennaio del 1991, davanti a un bar di Abbiate Guazzone in provincia di Varese. L’ordine di esecuzione fu dato nel privè di un hotel di Milano, dai vertici di Cosa Nostra, n’drangheta, Sacra Corona Unita e Camorra: la Cupola delle Cupole.

Questo particolare che colpì al cuore Cutolo e la Nuova Camorra Organizzata, è stato svelato dal pentito di n’drangheta Antonino Fiume. La dichiarazione, agli inquirenti, è stata resa il 26gennaio 2015 da Antonino, uomo di fiducia e killer del più potente clan di Reggio Calabria, i De Stefano. Il pentito, racconta dell’esistenza di u a “superstruttura” criminale con base il capoluogo lombardo.

Il Consorzio, spiega Fiume al pm Giuseppe Lombardo, nel corso della inchiesta “mammasantissima”, è un organismo collegiale di vertice composto da più soggetti appartenenti alla camorra, alla n’drangheta, alla sacra corona unita e alla mafia. Il Consorzio venne costituito nel 1986-87, per la n’drangheta, dice Fiume, c’erano Franco Coco Trovato e Antonio Papalia, elementi di spicco dell’organizzazione in Lombardia. La superstruttura “serviva a coordinare tutte le attività illecite che si svolgevano sul territorio nazionale”. Tutto si decideva ai vertici del Consorzio, anche gli omocidi eccellenti, per i quali, fa mettere a verbale Fiume, “si verificavano anche scambi di killer tra le varie strutture criminali”. In uno di questi summit, Mario Fabbrocino, uomo di panza di San Giuseppe Vesuviano, nel napoletano e storico avversario di don Raffaè o Professore,chiese il favore di eliminare Roberto Cutolo, “il figlio della sfortuna” come lo chiamerà sul padre.

Anche il boss Salvatore Annacondia, Turi manomozza, che negli anni 90 aveva il controllo del barese, conferma al pm Lombardo l’esistenza della sulerstruttura. “Mi chiedete se ho mai sentito la parola Consorzio, ci sta. È una grande famiglia. Si tratta di una Entità che ha ramificazioni in tuta Italia ed anche all’estero, che almeno fino al 1990 aveva il suo verrice nella famiglia De Stefano-Tegano. Il Consorzio era la mamma di tutti i gruppi. Era una realtà che andava oltre la n’drangheta e ricomprendeva anche i pugliesi, siciliani, campani. Milano e la Lombardia erano la terra di elezione di questo Consorzio. La Lombardia era la succursale della Calabria”. Ed è in una di questi summit che Roberto Cutolo viene condannato a morte.

Leonardo Casaniello, altro pentito, membro del gruppo di fuoco che uccise Roberto, dice che l’ok definitivo venne dato da Francesco Coco Trovato:”Noi vi uccidiamo il figlio dei Cutolo e così vi dimostriamo che non siamo alleati dei cutoliani”. Quando lo ammazzano, Roberto Cutolo ha 27 anni, una moglie e un figlio. In tasca 27 mila lire, meno di 15 euro, e la voglia di scrollarsi di dosso la fama di figlio del boss. Per don Raffaè l’uccisione del figlio fu un segnale devastante. Detenuto in regime di massima sicurezza al 41 bis, il boss non potè partecipare ai funerali del figlio, sulla cui tomba a Ottaviano, comlare solo il cognome della madre, Liquori. La moglie di Roberto al funerale inveì contro il suocero: lui, solo lui me l’ha fatto uccidere. Raffaele Cutolo, il primo violino della camorra, come veniva definito, deve scontare 13 ergastoli, ora ha 76 anni e lancia un avvertimento: se esco e parlo, crolla il parlamento. Mi hanno usato da Ciro Cirillo ad Aldo Moro. Poi mi hanno tumulato vivo. Sanno che se parlo cade lo Stato.

di Claudio Caldarelli

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