Berlinguer e la questione morale

Una campagna elettorale falsata nei contenuti proposti nei dibattiti televisivi, sia nelle tv di Stato che nelle tv commerciali. Tutto è finalizzato ha non far emergere i veri problemi della gente comune, cioè dei giovani, delle donne, dei pensionati e delle lavoratrici e dei lavoratori. I media indirizzano le discussioni per creare confusione e poter poi dire che il popolo è confuso. Ma il popolo, cioè la gente non è confusa, ma ha problemi quotidiani più grandi. Le bollette da pagare. Il salario che non è sufficiente per arrivare a metà mese. Il costo dei trasporti per i figli e il caro scuola, libri e quanto altro. La sanità, le spese mediche, il ticket. Tutto Erode il già magro salario. La Guardia di Finanza dice che in Italia l’evasione fiscale ha superato i 100 miliardi di euro l’anno. Ingenti risorse che potrebbero aiutare le famiglie. Ma non ne parla quasi nessuno. La tangentopoli di allora è uguale se non di più della tangentopoli attuale. Ma della questione morale nessuno o quasi, dice niente. I media tacciono. La questione morale come la questione mafiosa è un tabù. Censurata. Evitato parlarne. Facciamo finta che non c’è nessuna questione morale.

In questo contesto è necessario ritornare a Enrico Berlinguer, fare nostre le sue parole, le sue battaglie e sentirci non solo un po’ romantici, ma sentire che c’è una speranza se sappiamo costruire un movimento che rimetta al centro le questioni della povera gente. Un movimento di idee e di persone che con una lunga marcia ricostruiscano una alternativa al consumismo e al capitalismo, rilanciando gli ideali di uguaglianza, fratellanza e libertà.

Pubblichiamo una parte della intervista di Enrico Berlinguer alla Repubblica del 28 luglio 1981.

“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e con i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”.

La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli, e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono provare d’essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche…”

di Claudio Caldarelli