La prima di tutte le forze che governano il mondo è la menzogna
“La prima di tutte le forze che governano il mondo è la menzogna”. Menzogna è la disinformazione cosciente e architettata, la deformazione dettata da pregiudizi-passioni-istinti, la falsificazione vista come esercizio e vizio intellettuale, l’applicazione conformistica di ideologie più o meno totalitarie, senza dimenticare le piaggerie, il servilismo, l’appecoronamento e la prostrazione ai potenti di turno, le mode culturali o i veri e propri attentati alla logica, alla verità e all’altrui libertà di pensiero.
“La menzogna e la prima di tutte le forze che governano il mondo” scrive il filosofo francese Jean François Revel, sottolineando che viviamo e vivremo sempre più nell’era dell’informazione. Mai come ora la comunicazione è stata così ampia, così rapida, così presente ovunque. Mai come oggi è stata così distorta e manipolata. C’è un rapporto diretto tra l’evoluzione dei mezzi di comunicazione e la sua manipolazione ai fini della gestione dei poteri. Ma è vero anche che mai come oggi, l’opinione pubblica ha potuto disporre degli elementi necessari, cioè delle informazioni e della comunicazione, per giudicare chi detiene il potere e per orientarsi in proposito. Come mai, allora, il mondo viene guidato così male? Perché la conoscenza viene così poco utilizzata per scegliere la classe politica che dirige il paese? La risposta è nella frase del filosofo Revel: la menzogna è la prima di tutte le forze che governano il mondo.
La disinformazione strategica, costruita e pianificata, ormai ha infettato non solo la stampa e i mass-media, ma anche la conoscenza scientifica, gli strumenti educativi e formativi, la produzione culturale, il ruolo stesso degli intellettuali.
Certo la libertà di informazione, come la democrazia, è in pratica ripartita in modo assai diseguale sul nostro pianeta.
E sono pochi i paesi in cui l’una e l’altra hanno attraversato il secolo senza subire interruzioni, o addirittura senza essere soppresse per più di una generazione. Eppure il ruolo della informazione per quanto lacunoso, ha svolto un servizio indispensabile tra la gente e tra le persone chiamate a decidere le sorti del mondo. Qui la enorme contraddizione tra capacità di informare e divulgare conoscenza, è capacità cosciente di distorcere per i propri fini di potere e di profitto. Coloro che agiscono hanno gli strumenti migliori per saper su quali dati fondare le loro azioni, mentre coloro che subiscono (le popolazioni) sono assai più informati su ciò che fanno coloro che agiscono. Eppure coloro che agiscono per i propri fini personali e di potere, rimangono al loro posto, spesso con il consenso di coloro che subiscono.
La menzogna governa il mondo e il mondo è governato dalle menzogne della informazione distorta. In questo secolo, i poteri, i dirigenti, i governi, o i responsabili di tutti i meccanismi che gestiscono il mondo, dispongono di conoscenze più abbondanti e più esatte per prendere decisioni, mentre i popoli, per parte sua, ricevono in abbondanza quelle informazioni che gli offrono la possibilità di valutare e giudicare l’onesta di tali decisioni. Eppure così non è. Le cose vanno diversamente da come dovrebbero andare. Sembra quasi che le informazioni ricevute non intacchino la fiducia che ripongono per quei governanti che decidono contro i loro interessi. Tutto questo vanifica l’opinione secondo la quale il nostro tempo sarebbe quello del trionfo della democrazia. Ma lo è, il trionfo della democrazia, anche se la divergenza riguarda la maniera di applicarla, la falsa e la vera applicazione del principio democratico. Nelle vere democrazie, l’informazione è “il cane da guardia del potere”, la comunicazione è al servizio della gente per fornire informazioni corrette che permettano una crescita culturale, in grado di far esercitare il diritto di scelta che risponda al meglio alle esigenze di ognuno. Non è cosi. L’informazione non assolve al suo ruolo, eccetto pochi e isolati casi, in cui giornalisti onesti continuano a scrivere senza la mediazione del ricatto del potente. Il condizionamento della politica è fortissimo e svolge un ruolo pessimo per la democrazia, e un ruolo ottimo per il profitto e per la gestione dei poteri.
“ Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non essere fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca”. Pier Paolo Pasolini.
di Claudio Caldarelli