Trump è il nuovo mondo rovescio

Il presidente americano non è un cialtrone o uno sbruffone, è un uomo con un disegno ben preciso del nuovo mondo al rovescio che vuole costruire. Per farlo non guarda in faccia nessuno. Agisce per conto proprio e per conto dei miliardari di cui si è circondato. Non vuole fare grande gli Usa, perché è consapevole che dirige un colosso dia piedi di argilla, con 40 mila miliardi di dollari di debito, in mano ai fondi, ai privati, alle banche centrali in mano agli Stati non sempre amici.

Il debito USA corrisponde a circa la metà del debito mondiale, per questo agisce in nome del sistema consumistico-capitalistico: aumentare la capacità produttiva interna per migliorare la bilancia dei pagamenti, tenere in alto il valore della moneta per drenare investimenti all’estero. La polita dei dazi è uno dei sistemi che adotta, oltre a voler colonizzare più territori possibili per avere mano libera sulle materie prime a basso costo per garantirsi sbocchi commerciali, altrimenti chiusi al sistema americano, delle merci Made in USA.

Vuole mantenere la supremazia militare senza sprecare inutili risorse in guerre che non lo interessano, per avere mano liberare sul reso del mondo. L’Ucraina ne è l’esempio lampante. Trump vuole ridisegnare il mondo con il concetto del suprematismo, non sempre camuffato di democrazia, anzi la democrazia gli è d’intralcio. Deve mantenere alto il morale del popolo americano, che nei prossimo futuro dovrà vedersela con tagli e salassi imposti anche alla middle class. Smantellamento del  welfare, inflazione, tasse sui consumi. I primi agnelli sacrificali sono state le agenzie federali di aiuto o i finanziamenti alle ong che operano nel mondo, ma anche le Organizzazioni mondiali come quella della Sanità, OMS. Scrive Massimo Cacciari “A farne le spese sono per prime le persone tenute ai margini del sistema, gli immigrati, quelli che sono dentro i confini fortificati dell’Impero e quelli che non hanno altra alternativa che sperare di entrarci. Per secondi sono le popolazioni delle periferie del Sud globale che cercano di resistere alla rapina delle proprie risorse e del proprio lavoro. Inoltre, ed è questa la vera novità, ad essere colpiti sono i popoli dei paesi vassalli della costellazione degli Stati dell’ex alleanza imperiale nordatlantica che non potranno più godere delle clausole di maggiore favore negli scambi commerciali e nella difesa militare. Infine,  ogni essere vivente, umano e non umano pagherà le conseguenze della sfrenata corsa alla predazione della terra, degli oceani, delle foreste, dell’Artico, dello spazio…”

Per raggiungere questi scopi, Donald Trump, deve uscire dagli organismi internazionali, disconoscere gli accordi, fare carta straccia di quando stabilito in sedi internazionali. Insomma un mondo pensato alla rovescia dal capitale per aumentare profitti e capitale.

Scrive ancora Cacciari che gli Stati Uniti devono avere un nemico, e questa volta è la Cina, i Brics e il loro mezzo di pagamento indipendente dal dollaro per gli scambi internazionali. “No, Trump non è un cialtrone da circo, segue un copione ben studiato, è il trumpismo non è una accolita di sciamani, imbottiti di fake news da canali social e predicatori/trici televisivi/e. Così come le destre-destre europee non sono un rigurgito romantico d’altri tempi. Hanno in testa un disegno di moderna restaurazione dell’ordine naturale delle cose: capofamiglia, capofabbrica, capobastone, capi di stato plebiscitati. Forse sono queste cose che accomunano Trump a Putin e, temo anche a Xi Jinping”.

Mentre si costruisce il mondo rovescio di Trump e Musk, l’Europa è ferma, si divide, ancora sostiene la guerra in Ucraina e non vede ciò che accade a Gaza e ai palestinesi. L’Europa pagherà un prezzo alto che smembrerà quel poco di Europa che c’era travolta dal nuovo modello americano.

Claudio Caldarelli