Depenalizzato lo stalking: come uccidere due volte una vittima

Se oggi perseguiti qualcuno, chiami ininterrottamente al suo numero, ti apposti sotto casa per studiarne tutti gli spostamenti, induci in un’altra persona un tale stato di ansia e angoscia da vederti e sentirti anche quando non ci sei, puoi stare tranquillo perché sei stato recentemente ‘depenalizzato’.

La legge di riforma del codice penale, approvata lo scorso 14 giugno, prevede all’art. “162 ter” l’estinzione di alcuni reati a seguito di condotte riparatorie. Tra questi rientra anche il reato di stalking, finora regolamentato da apposita legge e relativo articolo del Codice Penale, il 612 bis, che prevedeva condanne da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 5 anni.

La parola ‘stalking’ deriva dall’inglese e significa ‘seguire, braccare’. Trattasi di “una forma di agguato mentale in cui l’aggressore ripetutamente, inavvertitamente e violentemente irrompe nella vita della vittima”.

Questo fenomeno si è esteso in maniera dilagante: solo tra il primo gennaio e il 29 giugno 2016 ben 441 persone, una media di due/tre al giorno, sono state vittime di stalking. Dati Istat rivelano che, nella sola Italia, 3 milioni e 466 mila donne sono state ‘perseguitate’ almeno una volta nella loro vita, e di queste 1 milione e 524 mila è stata preda del suo ex.

La coppia è l’ambito in cui può facilmente si va incontro a questa grave involuzione (55% dei casi): ma spesso si origina anche tra i pianerottoli del proprio condominio (25%), tra i banchi di scuola, dell’università o al lavoro (15%) e solo più raramente in famiglia (5%).

Spesso, troppo spesso, lo stalking deraglia definitivamente nel femminicidio. Per non far torto a nessuno il primo è stato depenalizzato e il secondo messo in stand-by: il 6 luglio Forza Italia, Lega Nord e Gal (Grandi Autonomie e Libertà), in Senato, hanno preso del ‘tempo necessaria’ per approvare una legge in sostegno dei figli delle vittime di femminicidi. Figli s’intende nati da unioni civili.

Non ci si pensa mai, ma molte delle donne ritrovate sgozzate, buttate in un sacco in un campo, uccise nella loro stessa casa o nei parcheggi dei loro posti di lavoro, erano madri: ad oggi, oltre 1600 figli si ritrovano praticamente orfani, perché magari la madre è stata uccisa dal loro stesso padre, ed hanno bisogno di essere tutelati. Ma nella legge ci sono davvero troppi ‘errori tecnici’ per vederla approvata quanto prima. Intanto abbassiamo pure le pene.

di Irene Tinero

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