Povertà
Questo 2017 si conclude all’insegna della sobrietà e della povertà. Il bilancio di queste feste, mostra come la crisi abbia davvero piegato le famiglie italiane. A detta del Codacons infatti, sono stati spesi circa 180 euro a famiglia, tra regali e cibarie. I nostri connazionali hanno cenato a pane ed acqua, in pratica.
Nel frattempo dalla Libia partivano le solite barchette di disperati cariche di gente che non possiamo aiutare, in buona parte bambini o minori. 370 persone salvate solo negli ultimi giorni. Ma come si fa a dargli aiuto quando già noi soffriamo la fame?
L’unico bambino di colore che non è stato discriminato, pare sia quello del Presepe di Viareggio. Dopo innumerevoli furti del bambinello bianco, il Sindaco ha ben pensato di metterne uno di colore per scoraggiare i ladri. Purtroppo non è stato sufficiente: è stato rubato pure quello. Se non altro, almeno i ladri rispettano i valori di uguaglianza sociale.
E parlando di povertà, il primo pensiero non può che andare alla nostra Chiesa, che dei poveri è l’ultimo baluardo. Lo sa bene Oscar Maradiaga, primo consigliere di Papa Francesco dal 2013, uomo di grande spiritualità e sostenitore di una chiesa pauperista e francescana. Peccato che Bergoglio, purtroppo, abbia scoperto che Oscar – come tanti preti e la Chiesa tutta come Istituzione – fosse più bravo a predicare che a praticare e che prendeva dall’università di Tegugicalpa ben 35.000 euro al mese (più la tredicesima di 54.000 euro) da circa 4 anni, cioè dai tempi della nomina papale. Parliamo della capitale dell’Honduras, uno dei paesi più poveri dell’America Latina, le cui favelas pullulano di bambini che versano in condizioni disperate.
A Papa Francesco pare si sia rizzata la papalina, scoprendo che il suo braccio destro era ficcato in una borsa piena di soldi, all’insaputa del sinistro. Vogliamo forse mettere in dubbio la buona fede di Francesco? No, certo. Ma c’è da chiedersi dove viva il Papa, in quale stato fuori dal mondo, per non accorgersi dell’enorme contraddizione vivente che è la Chiesa che lui rappresenta. Per non accorgersi – in ben 4 anni – che il suo uomo di fiducia parlava di povertà ma non sapeva nemmeno come fosse fatta.
Se il tempo dedicato alle ingerenze negli affari politici degli altri stati – vedi biotestamento, per fare un esempio a caso – si dedicasse a spogliare la Chiesa delle sue ricchezze, per ridistribuirle ai poveri, probabilmente il calo di credenti subirebbe un arresto e magari un’escalation di verso opposto.
Siamo una contraddizione vivente, la religione che ci rappresenta non può essere da meno.
Badate bene, non c’è nulla di male nell’avere una visione egoistica, nel voler preservare il nostro orticello e i nostri bei privilegi, guadagnati col sudore della nostra fronte. È una visione cinica ma condivisibile, potremmo persino definirla una legge di natura. Ciò che non è accettabile è che si voglia conciliare questo egoismo di fondo, con dei valori cristiani su cui abbiamo sputato già da un bel pezzo.
di Marco Camillieri