L’Europa che galleggia, rischia di naufragare
L’Europa continua ad avanzare verso la sua dissoluzione. Ferocemente impegnata a combattere i migranti sta dissipando il patrimonio spirituale e morale su cui dichiara di fondare la sua unità. La lotta contro gli ultimi sta distruggendo i suoi valori comuni, indivisibili e universali: la dignità umana, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà.
Dopo sei giorni di un degradante spettacolo che ha visto un intero continente costringere in mezzo al mare 233 migranti imbarcati sulla Lifeline, finalmente la nave umanitaria è approdata a La Valletta.
I migranti, di cui quattro in serie condizioni cliniche, sono scesi a terra per poi essere ripartiti tra otto paesi europei. L’attracco è stato reso possibile sulla base di un accordo siglato tra il governo dell’isola, quello italiano e quello francese che stabiliva lo sbarco in un porto dell’isola mediterranea e la successiva ripartizione dei profughi.
Oltre ai paesi firmatari i migranti saranno accolti in Portogallo, Belgio, Irlanda, Lussemburgo ed Olanda. Sono stati, invece, rifiutati del governo tedesco, dove tiene banco il ministro dell’Interno Horst Seehofer molto severo in materia di politica migratoria e dalla Spagna.
A conti fatti, un continente di oltre 500 milioni di persone ha rischiato una crisi diplomatica per 233 migranti.
Come sottolineato da più parti, però, la soluzione non può costituire un precedente. Con buona pace del ministro Salvini e il ministro Toninelli che parlano di una grande vittoria italiana.
L’immigrazione si conferma, come sostiene anche il presidente della CeiGualtiero Basseti, un tema di distrazione di massa.
Le divisione europee si stemperano solo nella comune avversione verso le Ong.
Per il governo italiano le Ong sono complici, consapevolmente o inconsciamente, dei trafficanti. Il ministro dell’Interno Salvini ha definito la Lifeline fuorilegge e ha affermato che le navi delle Ong “si possono scordare di raggiungere l’Italia”
Secondo il Presidente francese Macron la nave dell’Ong tedesca è intervenuta in violazione di tutte le regole facendo il gioco dei contrabbandieri.
Come già annunciato dal Primo Ministro Joseph Muscat, l’autorità giudiziaria maltese ha intrapreso le procedure per il sequestro della nave e avviato un’indagine in quanto, secondo La Valletta, il Capitano ha ignorato le leggi internazionali e gli ordini ricevuti dal Comando dei soccorsi di Roma.
L’Ong Mission Lifeline respinge le accuse ed afferma che l’unico ordine cui la nave ha rifiutato di obbedire è stato quello che intimava la consegna dei profughi alla guardia costiera libica.
Secondo l’Ong, se il capitano avesse consegnato i naufraghi alla Libia, il paese da cui erano partiti, avrebbe agito in contrasto con l’art.33 della Convenzione di Ginevra sui rifugiati che sancisce il principio di non-refoulement, il principio, cioè, che impone agli Stati contraenti di non espellere o respingere, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.
La Lifeline ha, quindi, respinto un ordine per non commettere un atto criminale.
I 233 profughi hanno trovato un porto sicuro, anche se i migranti “economici”, cioè i poveri, verranno rispediti indietro (dove?).
L’UE, invece, continua a galleggiare in acque minacciose e rischia di infrangersi contro gli scogli di un rinnovato egoismo.
di Enrico Ceci