Nel Salento con Africa United e mister Casciano
Siamo al primo giro di briscola e birre da Mario, a Vignacastrisi, frazione di Ortelle nella provincia leccese. Due km dal mare, poco più di mille abitanti immersi tra le pietre, gli olivi e il finocchio selvatico.
Per di qua sono passati greci e bizantini, turchi e saraceni, cristiani e musulmani. Oggi ci passa qualche turista e una manciata di stranieri. Il Salento è terra di passaggio e di incontro e chi ci vive sa abbracciarti come se ti avesse sempre conosciuto. Quando Antonio scende dalla bicicletta e si avvicina pensieroso alle sedie del bar intuisce subito che c’è qualcuno di nuovo in paese. Me lo presentano, si mette insieme a noi a bere e a giocare. 60 anni, capelli bianchi, barba di qualche giorno, prende il giornale e lo apre alla pagina sportiva. Sbuffa e si lamenta, non si fida di Cristiano Ronaldo, non è contento di De Laurentiis, non capisce le strategie della Roma. Ce ne ha per tutti. Da come parla sembra uno che ne sa molto, però sulle sedie di un bar, di tipi così, se ne trovano tanti, troppi. Provo a forzare la mano per capire meglio e Antonio inizia a raccontare.
Antonio è Mister Casciano, l’allenatore che ha trascinato ad un passo dalla vittoria l’Africa United, squadra rivelazione dell’ultimo torneo Mad di calcetto, giocato a Diso. Si è dovuto fermare solo di fronte al Tricase, capace di aggiudicarsi il primo posto su 18 squadre partecipanti, sette salentine e tutte le altre di giovani stranieri. “Ma ho perso solo perchè non mi hanno fatto giocare altri due ragazzi, due fenomeni. Altrimenti quando vincevano quelli là…”.
Ci diamo appuntamento all’indomani, vuole farmi conoscere il fenomeno della sua squadra. Si chiama Latifou Aziz, per tutti Josè, diciassette anni, della Costa d’Avorio. Li trovo alla stessa ora, allo stesso posto e allo stesso bar. Davanti al mister un birra piccola, davanti ad Aziz un analcolico perchè è un’atleta. “Io questi ragazzi li facevo giocare con il 2-1-1. Lui giocava al centro, a calcio a undici lo vedo bene come intermedio, mezzala, ma anche trequartista. Sa fare certe cose… fagli vedere il video!” dice al suo giocatore. Aziz sorride impacciato, non lo capisco e non è perchè non sa l’italiano, ma perchè parla in dialetto. Accarezza il pallone e gli fa fare quello che vuole. Se lo mette sulla testa, sul tacco, tra le spalle. Tifa Juve e il sogno è quello di giocare con CR7. “Ma lascialo perdere a quello! – tuona il mister – te pensa ad allenarti… ti sistemo io a te!”. Mister Casciaro ci ha messo pochi giorni a plasmare la sua squadra, fatta di ragazzi che lavorano nei campi e che in inverno si sono allenati sul campo del Matino calcio. “Devo ringraziare il presidente, Cristina Costantino, che ha dato la possibilità a questi talenti di allenarsi. E anche a Fabio Scotellaro, vecchia gloria calcistica salentina, per aver organizzato il torneo”. Il prossimo anno ci riproveranno, ma in progetto c’è anche l’iscrizione al campionato di Terza Categoria con una squadra tutta di ragazzi africani. Intanto Aziz è sembra già fatto: 27 gol in poco più di dieci partite. “Certe cose le ho viste fare solo a Maradona”. Un altro figlio del Salento arrivato qui e pronto per ripartire. “Da queste parti sono passati tanti, ma nessuno ci ha mai conquistato. Siamo noi ad aver conquistato loro. E ci arricchiamo a vicenda perché il mondo è fatto di incontri, si regge sulle migrazioni”. Il mondo come il calcio.
di Lamberto Rinaldi