Dalle ceneri del 2020: Ricostruire un modo evoluto, eco solidale e umano.

Questo 2020 sarà indubbiamente ricordato come l’anno della pandemia e di una delle emergenze sanitarie più drammatiche della storia mondiale.

È ormai evidente che ci stimo avviando verso una pesante recessione non solo economica ma anche sociale, già negli ultimi dieci anni in Italia la disuguaglianza si è intensificata. I divari tra i ricchi e i poveri sono aumentati ed è cresciuto il numero di persone in condizioni di povertà estrema. 

Il dato più eclatante è che, ancora prima della pandemia, ad essere in crisi era il modello capitalistico basato su un liberismo rapace che negli anni ha distrutto il sistema sanitario, quello economico, ambientale e persino il paradigma sociale.

C’ è stata una vera e propria deflagrazione, la pandemia ha funto da detonatore, ma ad esplodere è stato l’intero sistema.

Il “nemico invisibile” ha fatto da specchio ad una società che all’improvviso si è svegliata senza volto, con un sistema sanitario in emergenza, un’economia in bilico e con una fragilità sociale di cui la maggior parte delle persone neanche conosceva l’esistenza.

Le disuguaglianze, la povertà assoluta, l’esercito di precarietà erano lì anche prima della pandemia ma ora non è più possibile nasconderle, tenerle ai margini della realtà, né tantomeno dell’agenda politica dei potenti del mondo.

La consapevolezza che questo canovaccio sociale possa trascinare tutti in fondo è sempre più evidente e sebbene ci sia chi ancora riesce ragionare in termini di sfruttamento, è ormai chiaro che la situazione necessiti di un nuovo paradigma e di interventi strutturali.

Da un punto di vista sociologico la paura ha rappresentato un aspetto fondamentale, che unito ad una narrazione costante e dettagliata dello stato di emergenza, l’ha trasformato in un sentimento nuovo, più complesso, che ha racchiuso insieme tutte le paure, i timori per la malattia, l’incertezza del futuro, la povertà, la solitudine, la mancanza di libertà individuale.

In pochi mesi ci siamo sentiti in pericolo, braccati, confinati, soli, diffidenti, ma anche uniti, solidali, forti, coraggiosi, eroici. Da marzo 2020 il mondo ha vissuto momenti difficili, dal lockdown, alle fasi alterne dei contagi, la pandemia sta modificando le prospettive di tutti i paesi del continente.

Bisogna interrogarsi su che cosa porterà tutto questo. E soprattutto in che modo ne usciremo come umanità.

Se è vero che la normalità (di prima) era il problema, dobbiamo assolutamente ricostruire una società che sia più umana e che metta al centro i bisogni, intervenire sulle disuguaglianze sociali. Tutelare la salute e l’ambiente in cui viviamo.

Una società in cui il bene comune sia al primo posto, se in un momento come questo non faremo uno sforzo per concepire una società basata sulla solidarietà. Se non ci decidiamo a ragionare in una visione più olistica in cui l’ambiente è la nostra risorsa primaria di vita.

Se non pensiamo adesso alla società che vogliamo, le belle parole, il nostro sentirci parte di una lotta per la sopravvivenza, l’eroismo di cui ci siamo sentiti fieri, saranno vani.

Tocca a noi ricostruire dalle ceneri del vecchio mondo, una visione di universo più evoluto, eco solidale e umano.

di Susi Ciolella

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