Francesca Serio: una grande donna siciliana del Novecento

Francesca Serio era la madre di Salvatore Carnevale, coraggioso e audace sindacalista ucciso in Sicilia nel 1955, dopo aver partecipato alle lotte contadine e dopo aver sfidato boss e latifondisti.

Ma è la storia di questa donna sovversiva, sempre in contrasto con una mentalità che non permetteva alle donne di alzare la testa ed avere un pensiero critico, che ci porta, ora come allora, a ragionare.

Francesca era una donna forte, determinata e anticonvenzionale che fermamente si oppose agli stereotipi femminili del suo tempo e fu paladina dell’antimafia sociale già nel secondo dopoguerra.

Era originaria di Galati Mamertino (ME), si separò dal marito e con il figlio ancora in fasce, si trasferì a Sciara (PA), luogo in cui scelse il lavoro nei campi. Per quei tempi fu un vero e proprio scandalo, la società di allora relegava le donne tra le mura domestiche e mai si pensò che per loro ci fosse spazio per altro, come poi è emerso nello splendido libro “Francesca Serio. La Madre”, scritto dal fotoreporter Franco Blandi e pubblicato da Navarra Editore. Momenti davvero molto intensi che riguardano la storia di una delle prime “Donne Coraggio” in Sicilia.

Il figlio Salvatore Carnevale, fondatore e segretario della Camera del Lavoro di Sciara, spesso discuteva con la madre di politica, le raccontava dei libri letti e gli articoli del quotidiano socialista “L’Avanti”. Così madre e figlio discutevano per ore della nascita della Repubblica, delle lotte contadine e del Fronte Popolare che riunì comunisti e socialisti in un unico obiettivo comune. Salvatore detto Turiddu Carnevale, dedicò tutta la sua esistenza alla lotta per i diritti dei più deboli, contro i potenti e gli oppressori. Il 17 maggio del 1955 fu assassinato nei pressi della cava dove lavorava.

La madre, Francesca Serio si ritrova a far fronte al dolore della perdita del figlio e con grande dignità e forza riesce a catturare il “testimone” donatogli, della Lotta alla mafia per la classe operaia.

Come evidenziato nel libro, i principali alleati nella lotta di “mamma Carnevale” furono il Pubblico Ministero Pietro Scaglione(futuro procuratore della Repubblica di Palermo, assassinato il 5 maggio del 1971), gli avvocati Nino SorgieFrancesco Taormina(“principi del foro di Palermo” e difensori dei sindacalisti e dei contadini che occupavano le terre) e il partigiano socialista Sandro Pertini(futuro Presidente della Repubblica).

L’allora sostituto procuratore generale Pietro Scaglione, nella sua lunga requisitoria,denunciò il sistema iniquo del latifondismo, esaltò l’attività sindacale di Carnevale e le lotte contadine, parlando di “febbre della terra”. Il processo di primo grado si svolse a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e si concluse con la condanna all’ergastolo di tutti e quattro gli imputati, dipendenti di una nota famiglia aristocratica e difesi da un altro futuro presidente della Repubblica, il democristiano Giovanni Leone.

La sentenza di primo grado fu ribaltata dalla Corte di Appello di Napoli che assolse gli imputati per insufficienza di prove. La sentenza d’assoluzione fu, poi, confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione e scatenò l’implacabile rabbia diFrancesca Serio.

La figura della madre di Carnevale affascinò l’Italia: lo scrittoreCarlo Levi, in un reportage del 1955, la definì come una “donna ancora giovanile nel corpo snello e nell’aspetto, di una bellezza dura, asciugata, violenta, opaca come una pietra, spietata, apparentemente disumana”.

Ed è così che Franco Blandi ha raccontato attraverso il libro, di aver conosciuto personalmente Francesca Serio e di essere rimasto conquistato dalla dignità del suo dolore e dalla profonda determinazione. Ha spiegato che solo la forma del romanzo, con la narrazione in prima persona, avrebbe potuto rendere viva e vivida la storia personale di questo grande personaggio.

Dunque lui con l’editore Ottavio Navarra si sono proposti di far riscoprire o, scoprire per la prima volta, la storia di questa Donna encomiabile affinché divenga memoria attiva e con lo scopo che tutti noi, ma proprio tutti, dobbiamo renderci conto che molti dei diritti che abbiamo oggi sono il risultato del lavoro e del sacrificio di uomini come Turiddu Carnevale e di una madre che per sempre sarà una delle prime “Donne Coraggio” in Sicilia.

Un’attenta riflessione per tutti, per chi c’era ma ha rimosso e per chi ancora troppo giovane, possa apprendere, leggere, interessarsi e comprendere che tantissime persone hanno dato la loro vita per creare un futuro migliore.

E allora io abbraccio con tutta la forza che ho Francesca Serio, per il suo ruolo di “donna coraggio”, in un’epoca in cui la donna era meno di niente. Un plauso a tutti coloro che con i loro sacrifici ci hanno permesso di conquistare tanto. Un tanto che non possiamo concederci il lusso di buttare via come se nulla fosse. Se qualcuno ha lottato per i miei diritti io dico grazie e voglio continuare a lottare anche io per i miei diritti, per quelli dei giovani di oggi e di quelli che verranno.

Perché ciò che è stato non diventi vano. Perché la fine di molte vite abbia la loro ragion d’essere. Almeno questo, noi, lo dobbiamo a tutti gli eroi che ci hanno lasciato il dono prezioso della libertà.

di Stefania Lastoria