Cine-frappe di Carnevale
Gli anni più belli. Non però il film più bello. Esplicitamente seppure liberamente ripreso da C’eravamo tanto amati, di Ettore Scola, 1974. Non avendo però, non diciamo elevato, ma neanche lontanamente eguagliato il modello seguito, si può allora forse congetturare che l’autore sia corto di idee originali sul presente. Anche la recitazione del pur meritevole cast ne risente in autenticità. Non mancano però momenti di intensa commozione e un’apertura di riscatto finale verso il futuro rappresentato dai figli.
Alice e il sindaco. Inaspettatamente oltre la commedia. Il sindaco di una grande città francese è in crisi di slancio politico e idee progettuali per il futuro. Fa assumere nel suo staff una giovane insegnante di filosofia. È un po’ il modello di Oltre il giardino, con l’indimenticabile Peter Sellers (1979). Fabrice Luchini e Anaïs Demoustier danno vita a un dialogo garbato eppure drammatico, sottilmente conflittuale sebbene convergente. Una riflessione mai tanto esplicita sulla sinistra istituzionale, non solo francese, sui guru e sui riti della comunicazione mediatica cui – nell’era di acuta crisi della politica – si affida senza un’autentica consapevolezza critica. Così anche il finale non può che lasciarci senza facili soluzioni e consolazioni.
Il ladro di giorni. Ma de che?! Un padre appena sortito dal gabbio cerca di recuperare il rapporto perduto con il figlio undicenne, affidato alla famiglia degli zii. Lo fa trascinandolo dentro un traffico di droga e la spedizione punitiva contro un infame che lo ha fatto carcerare. Nonostante la partecipazione di due attori collaudati come Riccardo Scamarcio e Massimo Popolizio il prodotto non riesce proprio a poter essere piazzato e apprezzato, causa la sua non pervenuta plausibilità di forma, stile e contenuto.
Odio l’estate. Per fan di AD&G. Il trio Aldo Giovanni & Giacomo abbandona sempre più marcatamente i toni della demenzialità per affidarsi a quelli della commedia lieve e a tratti anche malinconica. Per un errore di prenotazione sul web, tre famiglie milanesi si trovano a contendersi un’unica villetta per le vacanze al mare negli stessi giorni. Nonostante le loro vistose diversità, i tre nuclei si arrendono alla necessità di condividere l’alloggio. I conflitti iniziali via via si stemperano fino ai prodromi dell’amicizia.Più che su battutacce, anche le gag fanno leva sulle situazioni, i sentimenti, le immedesimazioni con gli spettatori. Nel cast anche Michele Placido nei panni di un maresciallo alla De Sica, e Massimo Ranieri in suo concerto in cui canta anche Aldo. Nel ruolo di Alessia, la figlia di Giovanni, si distingue bene Sabrina Martina.
Il diritto di opporsi. Ingiustamente trascurato. Titolo originale Just Mercy. La storia vera di un brillante giovane avvocato nero che si trasferisce in Alabama, lo Stato del sud, ancora profondamente razzista, con il maggior numero di cittadini neri condannati alla sedia elettrica. I toni pacati nei dialoghi e anche nelle tonalità cromatiche del film accentuano ancora di più l’atroce drammaticità e l’insopportabile ingiustizia di questi detenuti, condannati sulla scorta di prove distorte, testimoni ricattati e minacciati, garanzie e procedure smaccatamente violate. A parte qualche tono a tratti troppo compassionevole tra detenuti, ottima interpretazione di Jamie Foxx nel ruolo del condannato a morte che ottiene mentre è quasi già sulla sedia elettrica la revisione del processo, ma anche una sua nuova spudorata condanna contro ogni evidenza processuale. Notevole anche l’interpretazione di Tim Blake Nelson, nei panni del testimone bianco dell’accusa.
Alla mia piccola Sama. Imperdibile. Titolo originale: For Sama. Ne avevamo scritto lo scorso novembre, in occasione della sua presentazione al Med Fest di Roma. Una perla dallo splendore tragico. Una lettera lunga cinque anni filmata e firmata da una madre alla sua piccola figlia sotto le bombe nel prolungato assedio di Aleppo. Niente ci fa capire meglio la tragedia bellica siriana. Un’abissale forza esistenziale, anche nella disperazione. Il canto insopprimibile di una madre, di ogni madre alla propria creatura. Si chiami Sama o in qualsiasi altro modo. Jasmine Trinca dà la sua bella voce italiana al messaggio universale di questa giovane indomabile madre per la giustizia e la pace nel nostro dilaniato Mediterraneo.
di Riccardo Tavani