Le nigeriane in Sicilia resistono ai trafficanti

Osas Egbon, una donna nigeriana, sui monti della Sicilia si batte per salvare le sue concittadine che, come lei, sono state vittime di tratta e costrette a prostituirsi. Ha aperto sull’isola una casa rifugio, la prima di questo genere creata per le donne nigeriane e che attualmente ospita quattro giovani che hanno una ventina d’anni, una delle quali con un bambino. Entro la fine dell’anno dovrebbero arrivarne altre due.

È una casa tipica dei paesini siciliani, con una grande cucina e un terrazzo con vista sulle colline verdeggianti. Ogni donna ha una stanza tutta per sé, ma il bagno e la cucina sono in comune. Egbon ha ricevuto la casa in comodato d’uso da un amico italiano.

Nel 2015 Egbon, insieme ad altre donne nigeriane ha fondato l’organizzazione Donne of Benin City, che sostiene le donne vittime di tratta, la maggioranza delle quali provengono dallo stato nigeriano di Edo, la cui capitale è Benin City.

Lei stessa è stata vittima di tratta 18 anni fa, quando ha lasciato la sua città di origine ed è stata costretta a prostituirsi. È riuscita a ripagare il debito con i trafficanti e ora vive con la sua famiglia a Palermo, ma è fermamente determinata ad impedire che altre vivano la stessa esperienza. Insieme alle sue amiche è stata spinta all’azione dagli orribili omicidi di due giovani donne nigeriane, avvenuti a Palermo tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012. Le due donne avevano 20 e 22 anni. Tragedie che hanno sconvolto i siciliani  facendo luce sulle terribili esperienze vissute dalle donne nigeriane costrette alla prostituzione.

Questo traffico non è una novità, ma dall’inizio della cosiddetta crisi dei migranti, nel 2015, i numeri sono raddoppiati. Dopo essere arrivate, le donne devono cominciare a ripagare i debiti contratti con i trafficanti, che possono arrivare fino a trentamila euro. Devono farlo attraverso la prostituzione, e spesso non riescono a liberarsi da questa schiavitù.

E poi ci sono i “giuramenti capestro” perché prima di arrivare in Italia le donne sono costrette a pronunciare un giuramento juju, una cerimonia presieduta da un sacerdote in cui promettono di non denunciare mai i loro trafficanti alla polizia, di obbedire alle mamans(coloro che le instradano al mondo della prostituzione) e di ripagare i loro debiti. I trafficanti approfittano delle superstizioni delle donne, che hanno il terrore di parlare per evitare conseguenze nefaste su se stesse o sui familiari rimasti a casa. Secondo Egbon questi giuramenti rappresentano l’ostacolo principale che impedisce la liberazione delle donne dai trafficanti e da una vita di sfruttamento.

L’organizzazione Women of Benin City gestisce un centro di assistenza in cui si offrono consigli e supporto emotivo.

Grazie alla casa rifugio, Egbon vuole aiutare le donne ad emanciparsi dando loro accesso a un’istruzione, a partire dai corsi di italiano o da corsi di formazione che possano aiutarle a trovare lavoro. Permette alle donne di restare nella casa rifugio per un anno, per dare loro la possibilità di riprendersi dalle esperienze traumatiche e prepararsi al futuro.

Per tutte loro Egbon è un po’ una zia, una consigliera, una sorella, un vero punto di riferimento a cui rivolgersi sempre, così si sentono sicure, curate, felici di un affetto e di una generosità mai vissuti prima. Ed è proprio questo ambiente che le aiuta a trovare un barlume di fiducia e speranza per il futuro, un lume di fiducia negli altri, è qui che imparano finalmente a sognare, guardarsi dentro per vedersi fuori, in quel mondo che tanto le ha maltrattate ma che da una parte tanto le ha aiutate.

Iniziano così, poco a poco, la conquista del loro valore come persone, la scoperta dell’autostima, la voglia di riscattarsi per iniziare una nuova vita e per regalare la luce di nuovi occhi alle loro famiglie, ai figli che hanno o che verranno.

Una luce di vera speranza per un mondo migliore non solo per loro stesse ma per tutte le donne. Affinché tutto il mondo possa diventare un luogo migliore in cui vivere. Per loro e per tutti noi.

di Stefania Lastoria

 

 

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