La resilienza è donna

La resilienza è un termine ormai diffuso e acquisito nel linguaggio comune dei nostri giorni, è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento. In psicologia, è un concetto di cui si parla sempre più spesso e che in particolar modo si sta facendo strada negli ultimi mesi, alimentato dalla Pandemia e sostenuto dalla incertezza dilagante in tutti gli aspetti della vita passata, presente e futura. La resilienza indica infatti la capacità di fare fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.

Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti.

Non è una malattia nemmeno un superpotere bensì una dote che si acquisisce reagendo alle avversità, rimboccandosi le maniche e incoraggiando la spinta propulsiva che si aziona in seguito a una grande sofferenza o mancanza… Sicuramente il suo carburante è il coraggio ma anche la disperazione a volte può generare persone resilienti. 

Spesso ci troviamo di fronte a processi economici e sociali, individui e famiglie che, in conseguenza al trauma costituito da una catastrofe o da una guerra, da atti terroristici o pandemie, cessano di “svilupparsi” restando in una continua instabilità e, alle volte, addirittura collassano, estinguendosi; in altri casi, al contrario, sopravvivono e, anzi, proprio in conseguenza del trauma, trovano la forza e le risorse per una nuova fase di crescita e di affermazione.

In questo contesto sono proprio le imprese a conduzione femminile che hanno dato prova di resilienza e capacità di adattamento e soprattutto durante l’emergenza Coronavirus, come è  emerso durante la celebrazione delle 90 imprese finaliste partecipanti al premio ‘Women Value Company’: le ‘imprese a guida femminile’ si sono infatti distinte per “la resilienza, l’attenzione alla sicurezza delle persone coinvolte nell’attività dell’impresa, la capacità di attuare importanti processi riorganizzativi, l’attenzione al capitale umano e per aver attuato soluzioni complesse e articolate richieste dal nuovo contesto che si è delineato con il ricorso alla digitalizzazione”.

In un momento tanto difficile per l’economia italiana e mondiale è ancora più importante puntare i riflettori sulle capacità, attitudini e peculiarità delle donne, sulle imprenditrici e sulle lavoratrici, sulla loro forza e sulla loro resilienza”.

Le donne sono resilienti, preparate, pronte alle sfide e collaborative e la loro maggiore presenza nella vita d’impresa potrebbe realmente essere per il nostro Paese un booster per la ripresa economica e sociale! 

Io mi sento orgogliosa di essere una donna resiliente, forgiata dalle difficoltà e dalle sofferenze che la vita mi ha presentato ma che solo oggi posso intendere e ringraziare per avermi inconsciamente aiutato a plasmare la donna che sono.

di Tommasina Guadagnuolo