Strage San Basilio, il ricordo delle uniche due vittime innocenti: Salvatore Ottone e Rosario Salerno

Una pioggia di proiettili mentre si trovavano al bar. È la drammatica fine di Salvatore Ottone e Rosario Salerno, due ragazzi di Vittoria rispettivamente di 27 e 28 anni.

“Quei killer sparavano e non finivano mai” raccontò il titolare del bar del distributore di carburante Esso, salvo per miracolo, nella strage di “San Basilio”, il 2 gennaio di 22 anni fa (1999).

Poco dopo il tramonto, arrivò all’improvviso un commando di killer mafiosi che uccise i due giovani incolpevoli, oltre a Angelo Mirabella, referente del clan della “Stidda” vittoriese, e due sodali, Rosario Nobile e Claudio Motta.

I due giovani Ottone e Salerno, completamente estranei alla mafia, furono scambiati dai killer per Salvatore Di Mercurio e Giovanni Rimmaudo, gli altri due affiliati al clan che, nel progetto criminale, dovevano essere uccisi e che si salvarono, non arrivando all’appuntamento con gli altri del clan.

Salvatore Ottone e Rosario Salerno, invece, pagarono con la vita la loro sola presenza all’interno del bar. C’è chi dice “al posto sbagliato nel momento sbagliato”. Niente di più falso.

Ottone e Salerno erano semplicemente due ragazzi che, in un bar, stavano prendendo un caffè. Come ad ognuno di noi capita regolarmente. Ma ai mafiosi importò poco.

22 anni dopo, per non dimenticare mai per non dimenticare mai le uniche due vittime innocenti.

di Paolo Borrometi

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