Il paradosso del reclutamento scolastico: tra cattedre vuote e precari “fantasma”
Ogni anno, il sistema di reclutamento degli insegnanti in Italia sembra confermare le sue contraddizioni, lasciando cattedre scoperte e migliaia di docenti precari in balia di un futuro incerto. Un esempio eclatante è quello denunciato dal Comitato Idonei Esclusi 2023, che nel loro comunicato ufficiale ha espresso tutto il disagio di chi, pur avendo superato le prove di un concorso pubblico, non riesce a vedersi riconosciuto il diritto di insegnare.
“Abbiamo sostenuto le prove di un concorso pubblico superandole a tutti gli effetti per poi trovarci nella situazione di chi un concorso non l’ha mai fatto”, scrivono gli Idonei Esclusi, sottolineando l’assurdità di un sistema che impone di ripetere prove identiche a quelle già affrontate. Questo concorso, legato al PNRR, si distingue per essere “l’unico che non riconosce a chi lo supera alcun merito”. Non solo manca una graduatoria trasparente che indichi chiaramente le posizioni dei candidati, ma non è prevista nemmeno una graduatoria a scorrimento per valorizzare chi ha superato le prove.
Il risultato è un circolo vizioso in cui a pagare sono tutti: i docenti precari, costretti a vivere in perenne instabilità, e gli alunni, che subiscono continui cambiamenti di insegnanti durante l’anno scolastico. Gli Idonei sottolineano inoltre come il mancato riconoscimento dell’abilitazione rappresenti una “beffa” per chi ha superato il concorso. Mentre esistono percorsi abilitanti agevolati per chi è già specializzato, chi ha superato le prove del PNRR1 si ritrova senza possibilità di abilitarsi e rischia addirittura di non poter più accedere alle graduatorie per supplenze. “Troviamo assurdo ed inaccettabile che chi ha meno di tre anni di servizio, pur avendo superato tutte le prove di un concorso, si trovi di fatto a non poter più lavorare nella scuola”, denuncia il Comitato.
Ad aggravare il quadro c’è la recente introduzione della riserva del 15% dei posti per chi ha svolto il Servizio Civile Universale. Gli Idonei criticano aspramente questa scelta: “Sebbene il servizio civile sia un’esperienza lodevole e di grande valore sociale, l’inserimento di una corsia preferenziale per chi vi ha partecipato nei concorsi per l’insegnamento è di dubbia legittimità. Cosa ha a che fare il servizio civile con la capacità di insegnare?” La questione solleva interrogativi sulla coerenza e sull’equità del sistema di selezione. Interrogativi che, a oggi, non trovano una risposta.
La denuncia del Comitato mette in evidenza una “vergognosa pagina del nostro sistema d’istruzione”, dove il talento e l’impegno di migliaia di docenti sembrano non avere alcun valore. Nel frattempo, le scuole continuano a soffrire la carenza di personale qualificato, compromettendo la qualità dell’educazione.
La scuola italiana ha bisogno di un sistema di reclutamento più razionale, che premi il merito, garantisca stabilità ai docenti e offra agli studenti la continuità necessaria per crescere e imparare. Ignorare questa crisi significa continuare a perpetuare un sistema che penalizza tutti, insegnanti, studenti e il futuro stesso del Paese.
Lamberto Rinaldi