La terra trema ancora

Angelica BasileLa terra trema ancora. Di nuovo, dopo 7 anni da quel terremoto de L’Aquila che non sappiamo dimenticare, la terra trema ancora. Di notte, furba e beffarda si dirà, la terra trema ancora. Di notte, perché mi chiamo Natura e non faccio differenza tra luce e ombra dirà lei, la terra trema ancora. I bambini sono a letto, i nonni dormono, domani c’è la sagra dell’Amatriciana, il paese è pieno di villeggianti e la terra trema ancora. In pochi secondi tutto crolla, la bocche si riempiono di polvere, i sogni si spezzano, le vite tutte insieme volano via perché la terra trema ancora.
Di Amatrice, Accumuli e Arquata del Tronto resta poco, forse non resta più niente. Sarebbe giusto poter scrivere ognuno dei 290 nomi cancellati in un attimo dalla forza di chi, comunque, è più forte di noi. Umanità impotente e presuntuosa, che crede basti inventare, studiare, sapere per poter dominare. Leopardi in una delle sue Operette Morali più note immaginava il dialogo tra un viandante islandese ed una Natura che si manifestava sotto forma di una donna gigante e fiera. “Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l’intenzione a tutt’altro che alla felicità degli uomini o all’infelicità”. Sono queste le parole che lei, Natura immensa e potente getta in faccia ad un uomo rappresentante di una specie – quella umana, appunto – che vive e agisce nella presunzione di una superiorità che non le appartiene.
Dimentichi di questo, costruiamo ed invadiamo un pianeta che crediamo alla nostra mercè. Pagano, beffa del destino, sempre gli innocenti, i civili li chiamiamo noi. Così la terra trema ancora e non è colpa sua ma si porta via tutto. E sotto un pugno di polvere restano il dolore e le lacrime di padri, madri, figli e figlie. Di uomini, insomma. Di noi fragili.

di Angelica Basile

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