Il merito che “esclude” l’inclusione
Nella scuola del merito non c’è spazio per l’inclusione e la disabilità. Inclusione e meritocrazia sono paradigmi educativi antitetici. Se la scuola valorizza gli alunni più capaci, per gli alunni con disabilità non ci saranno prospettive. Il merito, nella scuola, è emarginazione che emargina gli emarginati.
Sarà difficile che meritocrazia e inclusione possano camminare insieme. Un ministero che associa Istruzione e Merito, non potrà garantire attenzione e valorizzazione agli studenti con disabilità, che sempre più numerosi frequentano le classi, di ogni ordine e grado, della scuola pubblica italiana.
Vincenzo Antonio Gallo, del Coordinamento Insegnanti di Sostegno, in una intervista a Redattore Sociale, dice: “La meritocrazia associata all’istruzione rimanda a un principio in base al quale ognuno deve essere valorizzato in funzione dei propri meriti personali. E questo si traduce con voti più alti a chi raggiunge risultati ritenuti scolasticamente più alti, insieme a maggiori opportunità formative garantite a chi apprende più velocemente. Insomma, se uno non impara con lo stesso ritmo dei più bravi, è costretto all’insuccesso che, secondo i principi della meritocrazia, è da individuarsi in una mancanza di capacità e d’impegno da parte dello studente. È così, la scuola del merito altro non fa che valorizzare solo quelli capaci”. Gli altri, rimarranno al palo, lasciati indietro da una scuola che doveva includerli per offrire loro le stesse opportunità. Non sarà più così. Le migliaia di studenti, di ogni età, che necessitano di un sostegno, che necessitano di sentirsi integrati, non esclusi, saranno, invece destinati a rimanere indietro. Per loro non ci sarà più spazio. Se non forme di “pietas” che nulla hanno a che vedere con il sentirsi partecipi di un
progetto scuola dove tutti sono “fratelli di tutti” senza esclusione alcuna.
Uno scenario inquietante, se pensiamo agli studenti con disabilità, perché se questa scuola del “merito” valorizza solo gli alunni capaci, per gli alunni con disabilità quali prospettive potranno esserci? Le classi speciali, dove venivano confinati coloro che dovevano essere aiutati. Le classi speciali dove si emargina invece di includere, creando una nuova divisione, con studenti disabili.
È evidente che il sistema meritocratico, osserva Gallo, sia ben distante dal prendere in considerazione la variabilità degli studenti, proprio perché si orienta su alcuni e non su tutti. Va poi aggiunto che coniugare merito, neurodiversità è successo formativo non è in alcun modo possibile, in quanto inclusione e meritocrazia sono paradigmi educativi antitetici.
La scuola del merito è pericolosa perché gli orientamenti potrebbero condurre verso scenari di allontanamento degli alunni con disabilità, oltre che valutare se insistere su forme di investimento, nei confronti di coloro che, potrebbero essere definiti, secondo parametri standard, non capace e quindi non meritevole.
Secondo noi, il “merito” della scuola, che deve essere evidenziato, è che il nostro sistema di istruzione abbia avuto, e continui ad avere, il grande “merito” di garantire a tutti, compresi gli alunni con disabilità, un’istruzione di qualità nelle classi comuni, includendo, anche situazioni estremamente difficili, senza mai escludere ed emarginare. Questo è il “merito” che vogliamo e rivendichiamo come risultato di anni e anni di impegno e mobilitazione che ha visto uniti studenti, genitori e insegnanti.
Claudio Caldarelli