Beati i poveri
Se c’è una cosa che mi ha fatto veramente arrabbiare negli ultimi giorni è la favoletta che il nuovo governo odi i poveri. Come si fa a pensare una cosa del genere? Ci vuole solo una mente contorta e perversa, una mente sinistra. I poveri sono la grazia di Dio (ricordate quanto è difficile per i ricchi entrare nel regno dei cieli?), sono la manna del cielo per i caritatevoli, per quelli di buona volontà, per i volontari delle varie istituzioni, per i religiosi, per quelli che credono nel capitalismo, per i liberali, e infine per i progressisti: senza poveri costoro non avrebbero quella spinta ideale che li fa essere tali. Provate a immaginare un mondo senza poveri (per carità, non voglio fare il Lennon della situazione): fatto? Bravi. Che mondo sarebbe? Un mondo noiosissimo (sul serio pigerei il pulsante e direi la famosa frase: fermate il mondo, voglio scendere). Un mondo senza ingiustizie, un mondo senza colonizzatori e senza colonizzati, senza mercato, senza guerre, senza migranti (in particolare quelli neri), senza lavoro in nero e senza vecchi abbrutiti, che rompono sempre perché la pensione finisce a metà mese, senza barboni e soprattutto senza sogni (sì, perché a sognare sono solo i poveri). A chi piacerebbe un mondo del genere? Ve lo dico io: solo agli sfigati, agli utopisti, a quelli che vivono al di fuori di ogni realtà e a quelli che credono che basti il reddito di cittadinanza per vincere la povertà. Se non ci fossero i poveri, bisognerebbe inventarli, altroché…
Paolo Sabatino