SPAZZATURA DIFFERENZIATA
Finalmente ci siamo. La prima delle tre epocali riforme è stata approvata: una prima pietra tombale su quanto rimane della nostra Italia (o Nazione, Patria o come volete chiamarla).
Il mio pessimismo, prima che dal contenuto della legge in sé, deriva dalle sue premesse.
È ormai scontato che i tre partiti della maggioranza si siano spartiti le tre riforme, con un criterio che ricorda le mai morte lottizzazioni: l’autonomia alla Lega, il premierato a FdI, la giustizia a FI. Devono passare tutte e tre in questa legislatura, altrimenti l’alleanza si sfalda: nessuno dei tre partiti potrebbe tollerare di essere lasciato indietro. Infatti, le riforme non servono al bene del Paese (o Patria, Nazione o come vi pare), ma al successo elettorale dei suddetti partiti, ognuno dei quali ritiene di poter consolidare o aumentare la base elettorale con la propria riforma “di bandiera”. È per questo che l’iter parlamentare è piuttosto frettoloso e impedisce qualunque serio dibattito e pubblica discussione. Emendamenti? Dibattito parlamentare? Approfondimenti? Il meno possibile.
Per far presto, la legge è stata affidata a Calderoli, specialista (e reo confesso) di “porcate” parlamentari, come la nota legge elettorale, che da lui prese il nome (legge Calderoli) e il soprannome (porcellum) e che, dopo aver fatto i suoi bravi danni, è risultata essere incostituzionale.
D’altronde, dal momento che l’obiettivo è elettorale, i cittadini (o italiani o compatrioti che dir si voglia) possono anche arrangiarsi: “me ne frego”, avrebbe detto un famigerato “premier” molto caro a diversi esponenti di questa maggioranza.
Fatto sta che, grazie alla non meno suina legge elettorale detta “rosatellum”, un partito votato da meno del 5% dei cittadini – la Lega – riesce a imporre la propria linea all’intero Parlamento e all’intero Paese.
Similmente, anche la riforma del premierato sarà approvata, pur interessando a una irrisoria percentuale dei corpo elettorale, e così pure quella della giustizia.
Ironia della sorte, proprio in questi giorni la premier Meloni ha protestato perché, a suo dire, in Europa non si rispettano i risultati elettorali.
E già, quelli che hanno visto decrescere il numero dei votanti per FdI che però, grazie al record storico di assenteismo, si è assestato a un vertiginoso 28%. E che, quando i recenti ballottaggi hanno favorito i partiti d’opposizione, hanno fatto dire a La Russa che quel sistema elettorale va cambiato. Sì, quello dell’elezione diretta, che vorrebbero portare a livello nazionale con un’altrettanto epocale riforma. Forse sono distratti, come Sangiuliano.
Nel merito degli 11 articoli della legge è anche difficile capire che cosa sia peggio. Ma, secondo me, quel che è davvero imbarazzante riguarda i famosi LEP. Prima di tutto perché ancora non sono stati definiti, sebbene siano la necessaria premessa a questa legge. Non è rassicurante una legge che rimanda ad un imprecisato dopo ciò avrebbe dovuto precederla.
La legge li rimanda a dopo, ma non sappiamo se saranno mai approvati. Forse no, perché dovranno essere compatibili con le esigenze di bilancio; invece rischiano di costare molto e, comunque, ancora non si sa quanto.
Beh… un’altra porcata alla Calderoli, come ti sbagli?
Riassumendo: premessa necessaria all’autonomia differenziata sono i LAP, ma purtroppo non ci sono; i LAP dovranno essere compatibili con il bilancio dello Stato, ma non si sa quanto costeranno. Come andrà a finire?
Per quanto riguarda gli altri temi dell’autonomia differenziata, vorrei far notare che c’è un precedente vecchio quanto importante, ed è quello della sanità. Questa è regionalizzata da molti decenni, con il risultato di produrre profonde diseguaglianze tra i cittadini delle diverse regioni. Sarebbe un argomento a sfavore dell’esistenza stessa delle regioni e, certamente, fa venire voglia di abolirle.
Comunque, perché mai estendere le diseguaglianze anche a istruzione, sport, cultura, trasporti e commercio estero? Personalmente non riesco a trovare una sola valida ragione. Ma quel che mi sembra più assurdo, è che l’autonomia differenziata potrà interessare temi come l’energia e l’ambiente. Sono temi che è semplicemente ridicolo affrontare a livello localistico. Già quello nazionale sembra inutilmente riduttivo; un livello europeo sarebbe certo più sensato, anche se dovrebbero essere affrontati (e possibilmente risolti) a livello planetario.
Per tutti questi motivi, non ci resta che ringraziare la maggioranza di governo per essere così miope e politicamente stupida e disonesta.
Un grazie particolarmente sentito a Roberto Calderoli, per la sua ennesima porcata.
Cesare Pirozzi