Le città ritrovate sull’antica Via della Seta

La Via della Seta non si estendeva solo attraverso le città-oasi del deserto, ma attraversava anche le montagne: grazie alla tecnologia LiDAR (Light Detection and Ranging) montata su droni, sono stati scoperti i resti di due importanti centri urbani nel sud-est dell’Uzbekistan, a oltre 2.000 metri di altitudine, una sorta di “Machu Picchu d’Oriente”. Queste città fortificate, Tashbulak e Tugunbulak, occupavano un’area complessiva di 120 ettari e, trovandosi in alta quota, lontano dalle terre coltivabili, fondavano la loro ricchezza sul commercio, sull’allevamento e sull’estrazione del ferro. Una scoperta che, secondo gli studiosi, potrebbe riscrivere la storia dell’Asia centrale.

L’Europa e l’Asia, separati da grandi distanze, si collegarono grazie a una sorta di globalizzazione primitiva che si sviluppò lungo la Via della Seta. Tra il VI e l’XI secolo, il continente euroasiatico investì enormemente nelle rotte carovaniere e marittime che costituivano la Via della Seta, assicurando la sicurezza e la praticabilità di queste vie, e favorendo così il commercio e gli scambi culturali. La crescente domanda europea di beni di lusso, come spezie, tessuti preziosi e manufatti, stimolò lo sviluppo di questi commerci. Oltre alle merci, la Via della Seta fu un canale per la trasmissione di tecnologie, come la bussola cinese, e di idee, contribuendo a far uscire l’Occidente dal Medioevo e incentivando intensi traffici tra Europa, Asia e Africa.

Le città di Tugunbulak e Tashbulak furono centri urbani di grande rilievo lungo la Via della Seta, fino a quando il commercio tra Oriente e Occidente non divenne prevalentemente marittimo, più rapido ed economico. A quel punto, queste comunità montane iniziarono a declinare e furono progressivamente dimenticate. Oggi, sono state riscoperte da un team guidato dal professor Michael Frachetti dell’Università di Washington, che ha pubblicato la ricerca sulla rivista Nature. Secondo Frachetti, “Questi insediamenti, scoperti grazie alla tecnologia LiDAR, erano grandi centri urbani ricchi di risorse, soprattutto minerali, e svolgevano un ruolo fondamentale come snodi commerciali man mano che la Via della Seta si arrampicava sulle montagne.” Sebbene le montagne rappresentassero un ostacolo, questi centri, grazie alle fortificazioni e agli edifici imponenti, prosperarono proprio per la loro posizione strategica.

Tugunbulak, situata a soli 5 chilometri da Tashbulak, conserva tracce di mura in terra battuta spesse 3 metri, che circondavano una fortezza. La pianta della città era simile a quella dei centri di pianura dell’epoca, con una significativa differenza: non vi erano aree residenziali fuori dalle mura, suggerendo che la popolazione, composta probabilmente da nomadi, vivesse all’esterno della città fortificata solo d’estate, in yurte che non hanno lasciato tracce visibili.

Le due città si trovavano anche in prossimità di un’area mineraria ricca di ferro. Secondo le rilevazioni, nei pressi della miniera vi era una “fabbrica” dove il minerale veniva trasformato in acciaio, una delle principali fonti di ricchezza della regione tra il VI e l’XI secolo d.C., insieme al commercio.

Aurora Ercoli