La stupida umana e il potere agli asini

Sono gli asini più asini che mettono gli asini al potere. La stupidità umana non ha limiti. Si autodistrugge per compiacimento di vivere nella “monnezza” che genera immondizia. Violenza, guerra, femminicidio, fame, bambini che muoiono sotto le macerie, ormai l’umanità è indifferente a se stessa e alla vita. Il dramma della quotidianità umana, rappresentata in tre quadri, dentro una unica cornice, da Stefano Fresi al teatro Ambra Jovinelli di Roma, con “Dioggene”esprime tutta “l’asinità” del genere umano. Uno spettacolo irriverente, scritto e diretto da Giacomo Battiato, è una tragedia-commedia, dove l’ironia mette al centro la stupidità, tratteggiando nei minimi dettagli, comportamenti antitetici, antimorali, che inneggiano le guerre e le violenze, tralasciando la bellezza dell’amore.

Strefano Fresi non si risparmia, calca la scena con passione, mettendoci tutta la sua bravura per ridicolizzare la stupidità e l’indifferenza umana. Tre monologhi che ripercorrono la condizione umana in tutta la sua incapacità di liberarsi dal complesso edipico per poi risprofondare nello stesso complesso dal quale ci si vuole emancipare. La scenografia è scarna, volutamente minimale, senza orpelli, solo con un albero dissezionato, l’albero del padre, ucciso ma dal quale non ci si può liberare. Al secondo quadro una armatura futurista di marinettiana memoria, ci riporta incapacità dell’uomo di amare, prigioniero del suo sovranismo estetico e fisico, violento con le donne, maschilista e patriarcale. Un uomo col fucile che racconta di come la sua compagna lo ha abbandonato. Stefano Fresi riempie il palco con la sua energia e forza narrativa, accompagnato dalle splendide musiche di Germano Mazzocchetti e i costumi di Valentina Monticelli. Lo scultore Oscar Aciar compie il miracolo anche sul terzo oggetto di scena, la campana del vetro trasformata in abitazione, decorata da Bartolomeo Gobbo. Una intuizione geniale, permette a Dioggene di raccontare il dramma umano attraverso le riflessioni dei filosofi di un tempo. Riflessioni che mostrano di come l’umanità non cambia, anzi cambia in peggio, lasciandosi consumare dalle false verità, divulgate come verità. Oltraggiando la filosofia che è la ricerca della verità etica e morale, oltre che intellettuale. La speranza è nascosta nelle galassie, nella immensità del cosmo. Nella bellezza del sole e delle stelle, uniche espressioni d’amore per la vita. Dioggene, racchiuso nella campana-abitazione ci regala un momento di verità filosofica in grado di farci riscoprire la bellezza dell’amore, contro ogni forma di violenza. Contro la stupidità umana e la guerra, c’è bisogno di bellezza, fa dire Battiato a Stefano Fresi.

Claudio Caldarelli