Dalla generazione Z alla cross generazione GZ, Gaza

In Italia il potere, i governi, i partiti in Parlamento, al di là degli schieramenti formali, si sono sempre identificati in un unico e identico grugno (e grugnito): quello di stroncare lo slancio delle giovani generazioni verso un cambiamento di giustizia. Invece di lasciare esprimere tale slancio, di dialogare con esso, dargli delle possibilità concrete di progettazione, attuazione, realizzazione delle sue proposte, si è sempre pensato, organizzato e tramato solo per reprimerlo violentemente, attraverso arresti, processi, anni di galera, botte, ammazzamenti a mezzo manovalanza fascista, scudi e manganelli in piazza, servizi segreti più inquinati di una discarica di amianto sgretolato, viscere putrefatte e liquami d’orrore e follia stragista. Spingere in direzione della radicalizzazione, dello scontro armato, per poter calare liberamente tutto il monopolio statale della violenza, senza più dover rispondere dell’uso sproporzionato che se ne faceva. Ristabilire l’ordine sì, ma quello vecchio, attraversato da crepe strutturali interne, e che il semplice materializzarsi in sé di quei movimenti ha dimostrato non essere più tale.

Oggi si ripete l’operazione di tiro di mitraglia al bersaglio contro ogni manifestazione di slancio vitale, di volo libero giovanile. Anzi, il Potere Mummia, inasprisce le misure repressive, attraverso un aumento continuo e paranoico dei reati e delle pene previste e comminate contro di essi. Tutto diventa reato, persino ascoltare musica all’aperto in luoghi abbandonati, o criticare uno Stato, perché – secondo una proposta di legge della maggioranza – chi lo fa è un antisemita e istiga all’odio razziale. E sì che ‘Occidente’ sino a oggi ha significato soprattutto che non c’è Stato al mondo, potere, o potente che non possano essere criticati, a differenza delle dittature, teocrazie, monarchie o satrapie che siano.

Tutto questo – ancora una volta – non per recepire, dialogare, ma di nuovo solo per dannare, condannare, e non più soltanto una generazione, ma una rete neuronale, e non solo anagrafica di generazioni. Neuronale, perché nel movimento per Gaza si sono saldate le memorie delle possibilità negate nel passato, nel presente e anche nel futuro. Ossia, proprio perché possibilità, esse sono tuttora in potenza, potenzialità indipendenti dal tempo, e per questo destinate a ripresentarsi, sotto aspetti, movenze diverse, inedite, anche sorprendenti. Il movimento per Gaza, in tutto il mondo, e sul Mediterraneo attraverso la Flottilla, ha rappresentato questa saldatura attraverso le generazioni e le loro memorie sempre attive sotto pelle.

Ma proprio perché GZ, la trans generazione cross mnemonica, ha ristabilito la condizione stessa di porre possibilità, avvolgendo in sé gli slanci capillari, reticolari diffusi in ogni angolo del pianeta, contro ogni forma di rapina sociale, ambientale e digitale, dalle endemiche precarietà lavorative e mancanza di redditi, diritti, all’estrazione sempre più violenta del pianeta, al controllo e sfruttamento dei dati digitali collettivi, essa può farsi oggi potenza destituente della volontà stessa di ristabilire, rimporre ancora una volta un ordine sempre più interiormente crepato.

Riccardo Tavani

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