Diventare madre da minorenne

Sono diecimila le minorenni che ogni anno in Italia diventano madri per la prima volta. E il fenomeno non sembra destinato a ridursi visto che è provocato da una crescente precocità sessuale e da una scarsa conoscenza dei metodi di controllo delle nascite.

Giovani donne che, spesso per errore, restano incinte e portano avanti la gravidanza nonostante la giovane età compresa tra i quattordici e i diciannove anni.

Nonostante l’esperienza della maternità sia un evento speciale nella vita di una donna, queste ragazze a causa della loro giovane età sono esposte a maggiori disagi nell’arco della loro vita. Non solo l’aspetto psicologico di una gravidanza durante l’adolescenza, ma anche quello sociale e professionale, le ragazze madri sono svantaggiate in quanto trovano lavoro più difficilmente degli altri, anche perché spesso abbandonano gli studi e il loro progetto di vita.

Un fenomeno in crescita in Italia, un fenomeno, quello delle minorenni con il pancione, che attraversa la Penisola. Un boom di mamme a quattordici anni, zainetto in spalla e biberon in mano. E la questione ci riguarda. Sono sempre di più le teenager italiane che restano incinte prima di aver raggiunto la maggiore età. Un fenomeno in crescita che desta preoccupazione.

C’è una diffusa immaturità tra i ragazzi e le ragazze che trascinati dagli eventi, dal dimostrare le proprie potenzialità, non hanno avuto il tempo di riflettere sul significato e l’importanza della prima volta, vista la giovane età.

Storie di mamme bambine, alle prese con la difficoltà di un parto in un’età non ancora matura, schiacciate dalla responsabilità di un’altra vita quando non sono ancora pienamente responsabili della loro, costrette a dividersi tra i banchi di scuola e un bebè da crescere. Ci si imbatte sempre più spesso in questi casi. Effetto di una scarsa cultura del sesso sicuro. Restare incinte da adolescenti non è quasi mai un’esperienza desiderata. Gli altrettanto giovani papà spesso fuggono, i genitori sono restii ad accettare la cosa, anche se poi nella maggior parte dei casi intervengono in aiuto.

Ricordo il caso di una sedicenne in difficoltà. Suo padre non voleva firmare per consentire il riconoscimento del bambino (un atto necessario, trattandosi di una minorenne). C’è voluto l’intervento del magistrato.

Di fronte a una gravidanza indesiderata, non poche teenager scelgono l’aborto.

Che mamme saranno? E dopo, quando la bambina si ritrova tra le braccia un bambino? Su che cosa matureranno le bambine che devono accelerare la crescita nel momento in cui dovrebbero vivere le esperienze su cui si formano le proprie identità adulte?

Il risultato è che su queste “donne” pesano gli stessi problemi di vita, economia, lavoro, conciliazione dei tempi delle mamme adulte. Con l’aggiunta di essere ancora piccole, spesso, giustamente, immature, con la voglia di discoteca e il pesante richiamo alla responsabilità degli strilli della creatura. Senza aver avuto neppure il tempo di sognare un futuro per sé.

Giorgia, madre quattordicenne, stringe tra le braccia il suo piccolo. Nelle sue condizioni molte coetanee ricorrono all’aborto o rinunciano al figlio, ma Giorgia è ben decisa ad allattare il bambino, a curarlo e a tenerlo con sé.
La sua decisione ha incontrato grossi ostacoli: i familiari della ragazza si vergognavano di questa situazione e il padre diciassettenne del piccolo non voleva affrontare le proprie responsabilità. Oltre a questo, Giorgia non aveva l’età per poter riconoscere il figlio, per cui il tribunale dei minorenni in un primo tempo ne aveva ordinato il trasferimento in un istituto di assistenza. La situazione si è sbloccata soltanto quando il padre ha riconosciuto il bambino come suo. Così Giorgia ha potuto tenersi il figlio.

Giorgia non è che una delle diecimila minorenni che ogni anno in Italia diventano madri per la prima volta. È uno dei tanti esempi di gravidanze non programmate tra le adolescenti.

Il fenomeno della maternità precoce presenta non poche conseguenze: fra le madri al di sotto dei sedici anni, che non possono né sposarsi, né riconoscere i loro bambini, solo un’esigua minoranza porta a termine gli studi dopo la nascita del bimbo. Spesso rifiutate dalla loro famiglia d’origine, queste ragazze devono ricorrere agli enti assistenziali che si occupano della protezione dell’infanzia. E una volta fuori dall’istituto, i problemi da affrontare sono enormi. La disoccupazione e la mancanza di alloggi colpiscono in modo particolare le adolescenti con figli a carico, spesso costrette a svolgere attività marginali e precarie per sopravvivere.

Se il ragazzo sposa l’adolescente incinta, deve spesso interrompere gli studi o la preparazione professionale. Se la ragazza ricorre all’aborto o all’adozione, egli può sentirsi in colpa. Se riconosce il figlio, anche senza sposarsi, legalmente ne è responsabile, per cui deve provvedere al suo sostentamento.

Come mai questa epidemia di nascite non programmate da parte delle giovanissime? I motivi principali sono la disinformazione e la leggerezza. Spesso le ragazze non conoscono i metodi di controllo delle nascite, oppure li conoscono solo in modo sommario. Nonostante appaiano tanto sicure di sé, non sono coscienti del rischio che corrono. Molte adolescenti affrontano il primo rapporto sessuale con la convinzione assoluta che “tanto a me non capiterà”. Per molte esistono poi ancora problemi di imbarazzo e disagio al momento dell’acquisto dell’anticoncezionale. “Mi sento giudicata”, confessa una sedicenne.

La precocità sessuale degli adolescenti non va condannata a priori, specie se esiste un legame maturo, vissuto in un ambiente sociale e affettivo adeguato. Troppe giovani sono comunque spinte a rapporti sessuali precoci per ragioni sbagliate. A volte ci possono essere carenze affettive da parte della famiglia. Talvolta la ragazza arriva a desiderare la gravidanza come affermazione di sé, per rivalsa a un senso di frustrazione e inutilità.

Molti genitori, di fronte al problema delle gravidanze precoci, dovrebbero fare un esame di coscienza per vedere in che misura vi abbiano contribuito con la loro indifferenza o con la loro incapacità di affrontare il problema. E anche quelli che non condannano le esperienze sessuali degli adolescenti, devono convenire che non si può chiudere gli occhi sul fatto che ogni anno in Italia migliaia di minorenni mettano al mondo figli illegittimi.

di Maria De Laurentiis