Nepi, città falisca di antiche tradizioni
Il borgo fondato nel 548 a.C. prese il nome di Nepe. L’antica città era alleata dei romani nel periodo delle guerre puniche, passata poi con gli etruschi. Oggi conta ottomila abitanti. Famosa per l’acqua minerale e per la giostra del saracino, che si tiene ogni anno a giugno.
Residenza anche di Lucrezia Borgia. Nel medioevo ebbe il suo massimo fulgore. Fu anche saccheggiata dai longobardi. Dopo una serie di vicende fu lasciata in obbedienza a Papa Zaccaria.
Nepi come tutte le città etrusche è costruita su una rupe di tufo e protetta per intero da mura ciclopiche e torri di avvistamento. Ancora oggi si riconoscono le mura etrusche, quelle medievali e quelle rinascimentali. La fortificazione più recente fu costruita dal Sangallo. La rocca dei Borgia è il monumento più caratteristico di questa cittadina, subito visibile da chi vi giunge dalla consolare
Cassia. Una vera città fortezza che stimola l’ immaginazione e richiama la storia. La muraglia è il nucleo più antico della rocca con la sua torre quadrangolare di guardia.
Il castello costruito a ridosso delle mura con un’altra torre rotonda a guardia del lato est, testimoni immobili dei conflitti medievali. Qui si rifugiarono, i di Vico, gli Anguillara, Gli Orsini e i Colonna.
Il cardinale Rodrigo Borgia assunse il Governatorato di Nepi alla fine del 1400 e diede l’avvio ad imponenti opere di fortificazione. Costruendo anche siti abitativi all’interno di essa.
Nelle ricostruzioni storiche che si susseguono Nepi rivive i suoi fasti. I vicoli e la piazza vengono addobbati con i colori delle contrade. Gli abiti fedeli nei colori nella forgia e nei tessuti affascinano, meravigliano e stupiscono.
Nepi con i resti ben conservati del suo acquedotto, rivela l’importanza che l’acqua ha avuto ed ha tutt’ora per questo centro ora prevalentemente agricolo. Le osterie e i ristoranti ancora oggi preparano piatti tipici con le ricette di una volta.
I nepesini, un popolo orgoglioso, seppe resistere nel 1798 ai francesi che incendiarono e distrussero il castello mai ricostruito. Nepi fu donata nel 1500 da Rodrigo Borgia, nel frattempo diventato Papa con il nome di Alessandro VI, alla figlia Lucrezia che iniziò i lavori per rendere più confortevole il castello.
Furono chiamati all’opera, Antonio da Sangallo il vecchio, i capo mastri Pierino da Caravaggio, Iacopo Donnasono da Caravaggio e Cola da Matteuccio di Caprarola. Il richiamo storico avviene nel mese di giugno con il palio del saracino, organizzato dall’amministrazione e dall’ente palio, rievoca con tornei e sfilate in costume l’epoca delle quattro contrade: San Biagio, Santa Maria, La Rocca e Santa Croce.
di Fabio Scatolini