Corre sottile una linea di confine tra le donne nel mondo

Esiste una linea di demarcazione che dovrebbe essere superata in modo rapido. E’ quella che corre tra le donne del mondo, una forza assoluta per questo pianeta vessato da guerre, da razzismi (anche contro le donne), da odio.
Le donne, idealmente insieme, potrebbero rappresentare quella energia, sempre poco utilizzata e sottovalutata, che potrebbe diventare il motore di una rivoluzione. Le donne, quelle sottopagate, umiliate da leggi che le bloccano in ruoli bui, tenute nell’ignoranza, perché alle donne non serve studiare, le stesse donne che nel mondo subiscono stupri e violenze, potrebbero creare con gli uomini una nuova realtà.

Con gli uomini e non senza di loro ma valorizzate nelle loro caratteristiche.

Una rivoluzione dovrebbe e potrebbe essere quella di non considerare più il mondo come dominio dei forti, di chi con la violenza fisica, morale, impone sé stesso e la propria legge al prossimo. Servirebbero leggi atte a punire severamente chi fa uso della violenza.
In questo mondo rabbioso sono pochissime le donne che, ancora oggi, possono farcela perché manca loro la predisposizione fisica innanzitutto e, di conseguenza, quella mentale. Possono essere crudeli, cervellotiche, astute, ma l’essere meno forti, nel senso letterale del termine, e destinate alla procreazione le rende meno disponibili, d’istinto, alla violenza. Sanno di non poter lottare fisicamente contro chi si voglia imporre con la sola forza.
Questo potrebbe portare ad una maggior tendenza verso le parole, verso il dialogo e l’accordo. In parte la creazione in occidente del modello europeo potrebbe rappresentare una finestra verso la discussione, senza scegliere la guerra per risolvere problemi di intolleranza o di confine. Mostrare i muscoli e far capire che si è pronti a tutto (guerra compresa?) non è mai stato d’aiuto per i rapporti, per le relazioni a lungo termine, ha sempre e solo creato morti (a milioni) e distruzione.

In Europa stiamo conoscendo da decenni un periodo di pace. Questo ha permesso alle nazioni di crescere, di occuparsi di altro. Qualche voce femminile di rilievo ha cominciato a farsi strada in politica ma sarebbe interessante vedere le donne scendere in campo numerose, pronte a dare il loro contributo di intelligenza, cultura, idee. Un sogno è che non siano necessarie le quote rosa.
Non si comprende perché l’impegno nel lavoro, nella politica sia sempre visto come contrastante con la natura femminile. Non si comprende perché ancora oggi non si aiutino le donne, genitrici esattamente come genitori sono gli uomini, a gestire al meglio la loro vita considerandone l’impegno nel sociale.
E’ così difficile in una società avanzata culturalmente pensare che si possa lavorare con orari che tengano conto dell’esistenza dei figli? Qualche industria ha creato gli asili all’interno delle proprie strutture. E’ un modello semplice da applicare, su cui si potrebbero indirizzare dei fondi. A sostegno del lavoro e dell’impegno delle donne che lo desiderino. E lo desiderano.

Si potrebbe iniziare a modificare quella mentalità, diffusa nel mondo, che relega le donne a servizio degli uomini, senza diritto alla cultura, all’espressione delle idee, senza diritto di scelta sulla propria vita.

E questo potrebbe avvenire attraverso il dialogo, facendo considerare la possibilità di una modifica dei rapporti tra uomini e donne, facendo diventare gli uomini i primi a sostenere la necessità di rispetto per l’universo femminile. Il disgusto per l’oppressione, per quella mentalità che fa di donne che desiderano essere libere di scegliere, delle donne da usare e disprezzare, dovrebbe nascere sia negli uomini che nelle donne. E qualcosa cambierebbe.

di Artemisia

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