la politica del tweet

Due indizi non fanno una prova ma, temiamo, il nostro Ministro delle interiora non tarderà a fornirci il terzo.

Indizio numero uno.

Il 4 dicembre scorso, di prima mattina, l’incontinente Salvini non riesce a trattenersi e anticipa un blitz in pieno svolgimento. I ricercati ringraziano ma il procuratore capo di Torino non la prende troppo bene. La sparata del capo del Viminale, afferma Spataro, danneggia la riuscita dell’operazione e contraddice prassi e direttive.

Il Capitano, da par suo e come tutti i bulli, anziché prendere atto dell’errore commesso replica al magistrato a brutto muso: “Vada in pensione”.

Indizio numero due.

Martedì 11dicembre, il nostro, stavolta mentre sorvola in elicottero il confine tra Israele e il Libano, impaziente di comunicare con l’universo mondo, lancia via twitter un saluto ai suoi. Poi, non pago, esprime la sua personale opinione su Hezbollah che definisce come un gruppo di terroristi islamici.

Se non fosse un Ministro della Repubblica, ma un avventore delle feste leghiste, poco male. Purtroppo è un Ministro e quindi dovrebbe sapere che Hezbollah – un movimento radicale nato all’inizio degli anni ottanta per combattere l’occupazione israeliana del Libano – dopo la fine della guerra civile ha partecipato alle elezioni nazionali e visto crescere il suo ruolo nella società e nella politica libanese. Non dovrebbe neppure ignorare che, oggi, Hezbollah è rappresentato in Parlamento e sostiene la maggioranza del primo ministro sunnita Saad Hariri.

Inoltre, il ministro padano dovrebbe conoscere la posizione dell’Unione Europea che considera gruppo terrorista solo l’ala armata di Hezbollah a differenza di Israele e Stati Uniti che non vanno tanto per il sottile.

Il vero problema, comunque, non è l’incidente diplomatico, che certo non è tra gli interessi del Ministro MeNeFrego.

Dovrebbe però essere interessato al fatto che nel sud del Libano, proprio dove Hezbollah è più forte, operano da anni, inquadrati all’interno della missione di pace UNIFIL, i nostri soldati.

Le improvvide dichiarazioni del compulsivo Salvini mettono oggettivamente a rischio la sicurezza dei nostri militari e la natura stessa di una missione super partes.

Viva preoccupazione è stata espressa anche da fonti del Ministero della Difesa.

Immancabilmente, come solo lui sa fare, il ministro NonFaremoPassiIndietro ha reagito con una battuta da bar e promesso che, anziché terroristi, li avrebbe chiamati benefattori! Senza parole.

Per pietà, qualcuno intervenga per evitare che il Ministro alla sicurezza interna ci fornisca il terzo indizio, che formerebbe la prova, della sua incapacità e pericolosità.

Tra malavita organizzata, rischio terrorismo e criminalità comune, doversi preoccupare anche dei danni che può provocare il logorroico padano è chiedere troppo a un popolo sfiancato.

Speriamo che gli arrivi la, da lui attesa, letterina di Babbo Natale.

di Enrico Ceci

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