Roma Universalis

Settimio Severo, capostipite di questa dinastia, che fu imperatore dal 193 al 211, era nativo di Leptis Magna, nell’attuale Libia. Giunto al potere dopo un periodo di guerre civili, ottenne importanti successi militari contro i Parti e nomino come Cesari e designati al trono i propri figli, Caracalla e Geta. Sotto il suo regno si eseguì inoltre la cosiddetta Forma Urbis Severiana, una gigantesca pianta della città, versione monumentale dei documenti catastali del periodo, di cui oggi sopravvivono diversi frammenti.
Ma perché “Roma universalis”?
Perché proprio a Caracalla si deve un atto che porterà a compimento quel processo di universalizzazione dell’impero iniziato da Augusto: la promulgazione della cosiddetta “Constitutio Antoniniana”. Caracalla (nato Lucio Settimio Bassiano e regnante col nome di Marco Aurelio Antonino) concedeva incondizionatamente, con quel documento, il diritto di cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero. Si veniva a creare così un legame tra lo status del cittadino e la tenuta dello Stato: il singolo, investito di tale cittadinanza, riceveva sì dei diritti ma era tenuto soprattutto all’osservanza dei doveri, soprattutto di natura fiscale. Una trovata “furba” ma decisamente lungimirante, soprattutto considerata la crisi economica, militare e sociale verso cui lo Stato stava andando incontro.
Il provvedimento rallentò di poco questa crisi, che comunque affondava le proprie radici in ben altre problematiche, ma rappresentò sicuramente un punto di svolta per l’impero.
Una mostra che merita di essere visitata, soprattutto perché è una finestra sulla Storia, che come tale può e deve aiutare a leggere e comprendere il nostro tempo, in cui ormai non si guarda più al passato e non si punta più al futuro, ma si vive in un presunto eterno presente.
di Fabio Scatolini