La gestione giallo-bruna dell’immigrazione
Difficile rintracciare dietro le scelte operate dal ministro dell’interno, e avallate dai pentastellati, uno straccio di visione, o almeno un progetto di governo, che possa rappresentare un passo avanti nella gestione di un fenomeno, non emergenziale ma epocale, come quello dell’immigrazione.
Più che per piani di governo, i giallo-bruni procedono per narrazioni.
Quando chi ha le leve del potere mostra di disinteressarsi delle condizioni di vita che spingono centinaia di miglia di persone a lasciare le proprie case, dimostra che non è alla ricerca di soluzioni realistiche e a lungo termine.
Anche l’ipocrita “aiutiamoli a casa loro” – come rivela il dossier sulla cooperazione internazionale diffuso da Openpolis e Oxfam – è stato abbandonato: per la prima volta dal 2012 calano i fondi italiani all’aiuto allo sviluppo.
L’unico obiettivo della maggioranza, in campagna elettorale permanente, è agire sulle paure e sugli istinti di enormi fette di popolazione.
Scientemente, con il blocco delle navi o con il decreto sicurezza – che spinge nell’illegalità chi godeva della protezione umanitaria – il governo non si prefigge di governare il problema ma di indicare agli italiani, che soffrono per la mancanza di sicurezza economica e sociale, un nemico. E chi lo può impersonare meglio dell’uomo nero.
La gestione giallo-bruna dell’immigrazione, fatta di ostilità e ripicche, è immorale.
Non contano i morti e non contano le sofferenze di piccoli gruppi umani lasciati a marcire sulle poche navi che ancora prestano soccorso. L’azione di governo procede senza considerare la dignità delle persone, mette a repentaglio la vita umana, dimostra disprezzo per la legge e per la magistratura.
Siamo martellati da una propaganda che distorce la verità dei fatti in cerca di voti e di potere.
Salvini and friends, accusano le Ong di favorire i traffici degli scafisti anche se, come risulta anche da audizioni parlamentari, è risaputo che la presenza delle Ong non rappresenta un fattore di attrazione e non dà impulso alle partenze che, al contrario, sono pianificate da terra, da quegli stessi soggetti ai quali il governo vuole restituire i migranti.
La retorica nazionalista indica anche al popolo i responsabili della spinta migratoria: la Francia e il franco Cfa.
Ora, è vero che nella logica nazionalista molti nemici equivalgono a molto onore ma nessun dato dimostra una penalizzazione economica dei paesi che utilizzano quella valuta. Di più, come rivelano anche i dati del Viminale, tra chi sbarca in Italia non ci sono migranti che provengono dagli stati sotto “protettorato” francese.
Diverso sarebbe costruire una politica che assume a fondamento i guasti che il vecchio e il nuovo colonialismo, anche italiano, hanno prodotto in Africa.
Ma quella, appunto, è politica e non propaganda.
Stando ai sondaggi, ma anche agli umori che si avvertono nel Paese, la retorica giallo-bruna sta ottenendo i risultati che si prefigge, cioè aumentare voti e potere. Che questo corrisponda al bene del Paese è, però, tutto da dimostrare.
di Enrico Ceci