I ragazzi del Jova Party e l’illusione di essere liberi

Due panini, due bibite, una maglietta Beach Angels, un cappellino più presenza e collaborazione di lavoro garantita “alle mansioni indicate” dallo staff preposto dalle 14 fino alle 24. Poi,ovviamente, ti fanno anche entrare all’evento.

Gentile e disinteressata concessione questa, dato che, altrimenti, non potresti certo espletare le suddette mansioni per quasi dieci ora filate di cui metà sotto il sole! Ma, tranquilli, vi assicurano per danni personali e a terzi (non capisco…potrebbe non esserlo?)

Ecco, i suddetti benefit fanno parte dell’offerta che si legge sul sito di E.R.I.C.A. soc. coop., partner del Jova Beach Party 2019. Società che invita volonterosi ragazzi a far parte dei Beach Angels, i volontari che dovrebbero aiutare l’organizzazione dell’evento dell’estate (il mega-concertone di Jovanotti sulle  nostre spiagge) a essere “più sostenibile e meno impattante”…

“Il tuo impegno, dalle 14 alle 24, sarà di presidiare i contenitori della raccolta differenziata dislocati sull’area dell’evento e informare le persone su come fare bene la raccolta differenziata: verrai formato e coordinato dallo staff preposto e dovrai garantire la tua presenza e collaborazione alle mansioni indicate per tutta la durata dell’evento” .

Sinceramente non riuscivo a crederci. Per carità, Jovanotti mi è sempre piaciuto ed è anche un mio conterraneo, diciamo che praticamente l’ho visto crescere. Mio figlio aveva neanche 8 anni, erano gli anni ’90 e mi toccò portarlo nella meravigliosa piazza di Cortona vicino ad Arezzo per vedere lì uno dei suoi primi concerti! Ma, stavolta, questo strano mix fra mission ambientale e idealista, business da milioni di euro, decine di migliaia di presenze ovunque e ragazzi che da “volontari” devono impegnarsi, contribuire a ripulire il tutto mi è parsa davvero un’enorme, offensiva e assurda bischerata!

Sempre incredula vado sulla pagina Facebook di Coop, partner dell’evento. Lì trovo un video, dove si vedono ragazzi con magliettina e cappellino regolamentare del Jova Beach che, probabilmente dopo un breefing iniziale, da lì si muovono allegramente per svolgere le mansioni indicate. Alcuni vanno accanto a una staccionata dove sono sistemati bidoni per la differenziata e  spiegano dove gettare le varie immondizie, altri legano sacchi vuoti a dei ganci predisposti mentre un ragazzo in primo piano si carica due sacchi enormi di spazzatura per raggiungere un altro con cui, su una jeep, andare a buttare altrettanti sacchi tutti insieme. Ecco, se già questa cosa vi stanca farla a casa vostra e brontolate a chi vi ricorda di farlo, e magari amate anche, in queste assolate giornate estive pensate di farlo in mezzo a una folla di 40.000persone! Quarantamila! Dalle 14 alle 24. Pensateci.

Ma su, via, non lamentatevi! Siete fortunati! Oltre alla possibilità di migliorare il mondo avete anche un cappellino, due panini e due bibite! Immaginate come vi potete anche godere l’evento al quale vi hanno anche concesso di entrare! Non so ma,secondo me, stavolta qualcuno, scusatemi la digressione linguistica, ”ha davvero toppato”. Toppato in senso gigantesco.

Toppato perché se il motto del famoso sponsor cooperativo è sempre stato di dirmi “…sei tu!” io dico che sì, se sono io chi chiede casa mia per fare una cosa con cui guadagna e lavora e questa cosa sporca e stravolge l’area dove si svolge “caro mio” la mia casa la ripulisce e me la lascia anche meglio di come l’ha trovata! Altro che ripulirla io!

Quindi, non so se sia il caso di rispolverare l’art. 36 della nostra bella Costituzione. Quella di cui tutti si riempiono la bocca dicendo ogni volta quanto sia bella e non attuata. Quella che recita proprio in quell’art. 36 che: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro…”. Sono retorica? Pesante? In realtà qualcuno mi sta già dicendo: “Via su, ma che noia ….è solo un concerto!”

Non so. Io non credo. Credo che proprio da personaggi che tanti seguono il messaggio sincero e intellettualmente onesto dovrebbe passare su altro che far ripulire qualcosa dove altri guadagnano o si divertono! Ripeto io credo sia questo un altro palpabile esempio di quanto tutti quanti si stia perdendo ogni parametro. Anche chi ci sorprende perché ancora credevamo ne fosse ultimo baluardo! E, a proposito di parametri persi, guardando i ragazzi Beach Angels con la maglietta su cui c’è anche una tartaruga (oltre agli sponsor naturalmente) mi viene in mente una notizia letta pochi giorni fa. Quella di una tartaruga gigante in preda a confusione e disorientamento arrivata quasi a riva su una spiaggia di Taranto.

C’e un video in rete in cui decine e decine di persone invece di salvarla la trattengono per filmarla e farsi un selfie con lei, rischiando di farle del male .Una scena sconcertante. È accaduto, però, che il suo istinto, la sua storia, il richiamo del mare, delle profondità che fanno parte della sua vita le hanno permesso un ultimo, miracoloso, guizzo. E si è salvata da tanta umana scempiaggine, tornando libera!

I ragazzi del Beach Party, con le tartarughe sulle loro magliette hanno quella capacità? La possibilità di capire cosa sia giusto e dignitoso per loro, mi chiedo con una capriola di pensieri meno improbabile di quanto possa sembrare. Sono consapevoli che una maglietta e due panini per dieci ore di dovere sotto il sole dove altri guadagnano non è giusto?

E noi, cosiddetti adulti, cosa abbiamo fatto per insegnargli altro? Per ricordargli che davvero tutto questo giusto non è, proponendogli, alla fine, un mondo in cui questa distorsione di prospettive sembra essere loro un modo per “contribuire al mondo”?

La tartaruga gigante della spiaggia di Taranto è riuscita a fuggire, a salvarsi, a tornare a essere il meglio di sé. Ad essere libera. Noi, tutti noi, mi chiedo,sappiamo ancora farlo? O ci basta una maglietta, un cappellino e due panini per credere, oggi, di esserlo?

di Milene Mucci