I luoghi comuni stanno uccidendo i treni in Sicilia

“I treni sono sempre in ritardo!”

“In Sicilia abbiamo delle ferrovie che sono dei tempi del fascismo!”

“Al Nord hanno la TAV, qui ancora i treni a carbone!”

Nei social, per strada, al bar, dal barbiere potreste sentire questi e altri discorsi nella bocca di persone che, per lo più, non hanno mai preso un treno e si limitano a ripetere a pappagallo espressioni e luoghi comuni riportati da altri, che a loro volta non avevano mai preso un treno.

La situazione dei treni in Sicilia presenta sicuramente alcune criticità, come mi è stato spiegato da Andrea Patriarca, rappresentante del comitato pendolari, durante lunghe discussioni sul tema. Sono – però – criticità che nulla hanno a che vedere con quelle attribuite dalla gente comune alle tratte ferroviarie siciliane. Una di queste riguarda la linea Siracusa-Ragusa-Caltanissetta, l’assenza dei secondi binari in alcune stazioni (perché sono stati tolti, nell’indifferenza più totale dell’opinione pubblica e politica) causa il propagarsi di eventuali ritardi che, d’altro canto, in sfregio al luogo comune, rappresentano l’eccezione e non la regola. Altro problema grave è la chiusura nei festivi, domenica inclusa. Questi e altri problemi ci sono e mortificano le potenzialità del servizio ma non influiscono sulla sua efficacia, nel grosso delle sue funzionalità. Soprattutto per il trasporto locale, i treni sono ottimi per spostarsi. È possibile ricoprire il tratto tra Palermo e Ragusa in 4 ore e 25 minuti, analogamente che col bus ma con una qualità di viaggio decisamente migliore e più sicura, nonché più ecologica. Eppure la stragrande maggioranza dei siciliani opta per altro.

Per un servizio più capillare e più treni bisogna che la gente utilizzi già quelli che ci sono e faccia sentire la propria presenza, al fine di avere un peso politico decisionale.

Grazie al lavoro dei comitati di pendolari e di un piccolo ma combattivo sindacato – la CUB trasporti – in questi anni la situazione è lentamente (e silenziosamente) migliorata con l’inserimento di nuovi treni e nuovi collegamenti e altre migliorie ci saranno – in prospettiva – se tutti si impegneranno in questa direzione: prima tra tutte la riapertura domenicale.

Il Sindaco di Ragusa ha fatto un bel promo durante una gita in treno, mostrando apparati moderni e confortevoli. Dai tempi della littorina – ancora presente sul territorio – sono stati introdotti treni moderni chiamati Minuetti e fra un paio di anni il parco macchine verrà totalmente sostituito con treni di ultima generazione.

Nel frattempo però sono stati fatti dei lavori di rinnovamento importante sulla linea e abbiamo treni che vanno anche a 140km/h – su alcuni tratti (a Gela, e altri tratti verso Licata oltre i 100 km/h) – ma preferiamo infilarci in auto e percorrere le strade dissestate e pericolose della Sicilia, per ricoprire pochi chilometri in parecchio tempo.

Per un siciliano è normale utilizzare il treno quando va al Nord, su ferrovie standard locali che non siano alta velocità, su veicoli anche vecchi come la littorina ma, tornato in terra natia, disattiva quella modalità, esclude quel sistema, per non si sa bene quale ragione. Ovviamente questo non riguarda tutti, stupirebbe vedere l’affollamento che c’è nelle nostre stazioni su certe tratte e in certi orari. D’altra parte altri tragitti sono spesso deserti e alcuni treni viaggiano a vuoto, portando in perdita la Regione che potrebbe ridurre le corse, a causa fondamentalmente dell’ignoranza della gente. Ignoranza in un doppio senso. Sia perché spesso si sentono mischiare le tempistiche dei treni ad alta velocità (TAV) con quelle sul trasporto locale, una bestemmia in termini (sarebbe come paragonare gli aerei di linea ai jet supersonici), sia perché la gente realmente ignora di avere a disposizione questo strumento, vuoi per una mancanza di pubblicità, vuoi per pigrizia, vuoi per un disinteresse politico generalizzato.

di Marco Camillieri

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