Naufragi: cronache di morti annunciate
Tre bambini morti in mare. Nel nostro mare. Il Mediterraneo. Tre fratellini di due, tre anni e uno di pochi mesi, disperso tra le onde. Una bocca famelica che inghiotte senza pietà i figli dei disperati che tentano di salvarsi, morendo, da una morte altrettanto certa se rimangono nella loro terra. Tra Malta e Lampedusa, soccorsi da una nave delle Ong, diciassette naufraghi. Sul barchino c’erano due bambini, uno morto, l’altro morto mente il medico di bordo cercava di rianimarlo. Il terzo bambino, il più piccolo, di pochi mesi, è disperso. I genitori si sono salvati. Ma le urla strazianti della madre giungono fino a noi. Le urla del silenzio che si strozzano in gola.
La sofferenza di una madre, che vede morire i figli e non può fare niente, se non urlare, fino a quando il fiato gli esce dalla gola. Una madre sola, disperata che cerca in tutti modi di salvare i figli, ma non ce la fa. Non può farcela su un barchino che si riempie di acqua, travolto dalle onde, mente affonda. Ne prende uno, cerca di prendere l’altro, gli sfugge il terzo. Poi cerca di nuovo la piccola mano del più piccolo. La prende. La stringe. Stringe le mani dell’altro. Cerca le altre mani. Ma lei, non ha più mani. Arriva un’onda più grande. Travolge la barca. Molti cadono in acqua. Le mani si lasciano. Si riprendono. Si rilasciano. Non sa più quale mano stringere. Ha solo due mani. Stringe più che può. Cerca l’altra mano, ma non la trova. Tutto è troppo veloce. Il mare non dà tregua. Le onde s’impennano, travolgono. Sbattono in acqua i più deboli. Non hanno più le forze, sono denutriti, disidratati. Sono in ipotermia. Il mare, il nostro amato mare, non perdona. Si ciba di carne umana. Da troppi anni. Ormai è il cannibale di se stesso e dei corpi degli ultimi che fuggono, dalla guerra, dalla violenza, dalla fame. Mediterraneo cannibale. Per placare la sua orrenda fame, mangia carne umana.
Mangia corpi umani. Mangia bambini. In quella enorme pancia del Mare Nostrum ce posto per tutti, migliaia e migliaia di donne, uomini e bambini. Mai sazio, continua ad inghiottire sorelle e fratelli innocenti. Continua a fagocitare i figli dei nostri figli, respinti, non accolti, da una politica priva di etica e morale. Condannati ad essere mangiati, davanti agli occhi disperati delle madri che urlano fino a non avere più fiato, da un mare alleato con i peggiori statisti del millennio, siano essi nostrani che europei. Tutto è contro di loro. Tutti. Tutti i poteri forti, sono contro di loro. Potere politico, economico e finanziario. Sopra le urla della madre che vede morire i suoi tre figli di due, tre anni e di pochi mesi, le urla mefistofeliche dei poteri, che gridano: respingiamoli.
Rimandiamoli nel loro paese. Non possiamo accoglierli. Sono troppi. È vero, sono troppi i nostri fratelli e sorelle che muoiono affogati, mangiati dal mare. Ma nessuno li conta più. Sono tanti. Come sono tante le urla delle madri che stringono le mani dei loro figli morti, sapendo che sono morti, non le lasciano. Le stringono di più, fino a farsi male. Le madri non lasciano i loro figli perché sono madri di tutti i figli del mondo. I poteri non hanno madri, non le hanno mai avute. Se le avessero avute non lasciavano morire in mare tre bambini di due, tre anni e uno di pochi mesi.
Claudio Caldarelli – EligioScatolini