Le cose possono cambiare

imagePapa Francesco è caduto, inciampando nella sua veste, davanti al ritratto della Madonna Nera di Czestochova. Si rialza. Si guarda intorno e aggiunge una frase, non scritta nel discorso ufficiale, a braccio, nel suo discorso ai 500 mila giovani riuniti a Cracovia per la Giornata mondiale della Gioventù. “L’importante non è cadere, ma non restare a terra e sapersi rialzare dopo la caduta.” Poi a raggiunto il parco Blonie a salendo su un tram. Sedendo al posto contrario al senso di marcia. Ad attenderlo i giovani provenienti da 178 paesi del mondo. La piazza gremita, un solo posto vuoto, quello del giovane polacco, che aveva lavorato mesi come volontario per l’arrivo del Papa, morto poi di cancro.
“Signore, lanciaci nell’avventura di costruire ponti e abbattere muri, che siano recinti o reti. Spingici come Maria Betania, all’ascolto di coloro che non comprendiamo, di quelli che vengono da altre culture, altri popoli, anche di quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male.”
Parole che pesano, quelle di Francesco, sulle spalle dei governanti dei paesi europei che innalzano muri, reticolati e fili spinati, per non accogliere i fratelli che fuggono dalle guerre. Sono lì, in quella parte del mondo, in quell’est che era stato tenuto lontano dall’Europa con le cortine di ferro, quei paesi che ora divenuti Europa, innalzano nuove cortine in difesa di vecchi nazionalismi che non hanno più ragione di esistere. Papa Bergoglio demolisce uno ad uno i nuovi muri, per innalzare ponti che congiungono famiglie, razze, culture e religioni.
“Vuoi una vita piena? -dice ai giovani- Comincia a lasciarti commuovere…” sembra prendere per i capelli, uno ad uno i ragazzi seduti nel parco, scrollargli di dosso tutte le forme di apatia e noia, per risvegliare l’entusiasmo di amare il vicino, il prossimo, cioè il fratello povero fuggito dalla fame del mondo.
“ Ma voi siete capaci di sognare? e qui il papa si lascia andare ricordando che ognuno è un cuore che pulsa. Ognuno ha un ritmo che è qualcosa di più di un battito cardiaco. Ognuno è Amore immenso e smisurato che se lasciato fluire può inondare il mondo e fermare qualsiasi guerra. La pace è la figlia legittima dell’Amore. Quell’Amore che non viene più vissuto e donato. L’Amore che resta chiuso nei cuori non pulsano, ma battono noiosi dentro toraci contriti dall’egoismo e dal profitto. Sferza, Francesco e scuote gli animi, riaccende la voglia di esserci per cambiare questo mondo ingiusto e sbagliato che non accoglie e che isola i più deboli.
Non c’è Amore e non ci sono sogni nei giovani che hanno gettato la spugna, li definisce i “quietisti”, che dicono che nulla si può cambiare, “che camminano con la faccia triste, come se la loro vita non avesse valore. Sono giovani essenzialmente annoiati…e noiosi.” Dice il papa, facile prede per i venditori di fumo.
“Ma i giovani –li risveglia Francesco, entusiasmando la folla- hanno la forza di opporsi a questo. Possono commuoversi e sognare, possono amare. Rispondete -chiede a gran voce- le cose possono cambiare. Forza, ripetiamolo insieme: le cose possono cambiare.” e 500mila giovani ulano in coro, alzandosi in piedi: le cose possono cambiare.

di Claudio Caldarelli

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