E le chiamano scosse di assestamento

SalvoSono le 11.15 di mercoledì 31 agosto, e a distanza di una settimana dal sisma che ha distrutto, sconvolto, ucciso più di 300 persone tra le province di Rieti, Amatrice ed Ascoli Piceno, la terra continua a tremare. Il sito del Centro nazionale terremoti (http://cnt.rm.ingv.it/) sembra l’estrazione del lotto, con tutto un elenco di città e di numeri a far da contorno. Peccato che però quei numeri non siano vincenti, ma abbattenti.
L’ultima scossa in ordine di tempo ha come epicentro Rieti e segna le ore 7.48 di stamattina; la magnitudo non è alta (2.0), non a caso le chiamano “scosse d’assestamento”. Ma andatelo a dire a chi quella notte ha perso tutto: da assestare c’è ben poco ormai. Ditelo ad esempio a Benedetta Ciccone, nelle cui orecchie risuona ancora la voce del padre Gianni, uno dei tre panettieri di Amatrice che sono naufragati insieme alla loro attività.
In un’intervista rilasciata al corriere.it, Benedetta svela un aneddoto tanto dolce quanto triste. Proprio la notte del sisma, poche ore prima che tutto accadesse, si era congedata da lui con una richiesta: «Papà, mi svegli tu domattina?». E Gianni, sorridente, aveva risposto: «Va bene, tranquilla, ti chiamo io», per poi tornare a infornare pane e cornetti. Quei cornetti che tanto piacevano a sua figlia.
«La colpa non è di Dio, ma di chi costruisce case di sabbia». E’ questo il monito del vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, che risponde così a chi a caldo ha puntato provocatoriamente il dito contro la religione. «A uccidere non è il sisma, che rientra tra i disordini naturali, bensì l’opera dell’uomo». E ancora: «I terremoti esistono da quando esiste la Terra e i paesaggi che vediamo e che ci stupiscono per la loro bellezza sono dovuti alla sequenza dei terremoti. Senza di essi non esisterebbero le montagne e forse neppure l’uomo e le altre forme di vita», ha poi chiosato il vescovo.
Intanto, alle prime luci dell’alba, mentre era ancora viva la commozione per i funerali di ieri, le squadre dei vigili del fuoco hanno recuperato il corpo della sesta vittima sotto le macerie dell’hotel “Roma” ad Amatrice. Il corpo era incastrato tra i calcinacci sotto una trave di cemento armato, dieci metri più in basso rispetto alla posizione originale della stanza in cui l’uomo si trovava al momento della scossa. Andatelo a dire ai suoi familiari che queste sono solo scosse di assestamento.

di Massimo Salvo