Razzismo o bravata? In ogni caso è un segno dei tempi. Le ultime vicende che parlano di intolleranza

Si è conclusa con un bel quinto posto la brutta vicenda che ha visto protagonista Daisy Osakue, ventiduenne discobola italiana vittima di una aggressione che ha rischiato di compromettere la sua presenza ai campionati europei di atletica appena conclusi a Berlino. Italiana di evidenti origini nigeriane Daisy nella notte tra domenica 29 e lunedì 30 luglio è stata colpita a un occhio da un uovo lanciato da un’auto in corsa a Moncalieri, comune alle porte Torino in cui l’azzurra risiede con la famiglia, che le ha provocato una lesione della cornea con conseguente versamento di liquido, costringendola a una cura cortisonica che avrebbe potuto pregiudicare la sua partecipazione ai campionati. Il grave episodio, poi rivelatosi una bravata di quattro giovani ben lungi da qualsiasi intento razzista, è stato immediatamente interpretato dall’opinione pubblica come ulteriore conferma del clima d’intolleranza razziale in cui versa il nostro paese. La vicenda, in effetti, si consuma in un momento critico, caratterizzato gravissimi episodi di intolleranza da un lato, e da violenti crimini spesso commessi da immigrati dall’altro. Dalla bambina rom di appena un anno colpita alla schiena da un piombino sparato da una pistola ad aria compressa a Roma alla venticinquenne vittima di un tentato stupro da parte di un nigeriano clandestino a Milano (salva solo grazie allo spray al peperoncino che aveva con sé e alla prontezza di riflessi con la quale ha reagito); dalla sparatoria ai danni di un venditore ambulante poco più che ventenne avvenuta a Napoli al pestaggio di due carabinieri (la cui sola colpa è stata quella di tentare l’arresto di uno spacciatore tunisino colto in flagranza di reato) da parte di un gruppo di africani nel ragusano, la prima metà dell’anno si è conclusa con un’escalation di episodi di violenza e di intolleranza. Quale migliore conferma, per chi sostiene l’emergenza razzismo, di una donna nera benché italiana, che veste la maglia azzurra nonostante le origini africane, primatista under 23 di lancio del disco oggetto di “lancio dell’uovo”, per ribadire la propria posizione?…Ma Daisy non è stata oggetto di razzismo; lo sono state, forse, le sue “colleghe” bianche, vittime prima di lei degli stessi quattro scellerati che non sanno come meglio investire il loro tempo se non lanciando uova sui passanti, e delle quali non si è mai scritto ne parlato, perché non avrebbe fatto notizia. Daisy è stata vittima dell’ottusità e dell’idiozia di chi agisce con superficialità senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni, dai quattro ragazzini che hanno rischiato di vanificare anni di sacrifici, impegno e sudore a chi ha strumentalizzato la vicenda mettendo nell’occhio dl ciclone chi, in prima pagina, avrebbe dovuto essere messa solo per i meriti sportivi.

di Leandra Gallinella

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