Allarme Intelligenza Artificiale Generale
Cos’è l’Intelligenza Artificiale Generale – IAG? È l’insieme di sistemi digitali in grado di sentire, pensare, in modalità umana. Ossia apprendere, auto apprendere, auto evolvere in processi di perenne perfezionamento e complessità. Al punto tale di andare oltre l’uomo, ben oltre la “limitata” facoltà di comprensione naturale umana. Sarebbe la sindrome dell’apprendista stregone. Si innesca un meccanismo con la presunzione di saperlo dominare, mentre è quello che assurge a dominio prepotente e comando catastrofico. Per questo recentemente 350 dirigenti d’azienda, ricercatori, professori universitari, esperti del settore tecno-informatico hanno lanciato un allarme: la IAG espone l’umanità al rischio di estinzione. Al pari di nuove più deleterie pandemie o di un conflitto atomico. L’immane groviglio di circuiti digitali a linfa elettronica che già oggi regola la quasi totalità della vita economica, amministrativa, mediatica, sanitaria, ecc., progredendo e – soprattutto – auto progredendo la IAG, sfuggirebbe alla conoscenza e al controllo umano, divenendo qualcosa di totalmente indipendente.
Al confronto la minaccia di una decina di milioni di posti di lavoro messi a rischio nel mondo a causa del suo sviluppo pare solletico con piume d’angelo. Altri fronti di pericolo, però, si squarciano in maniera inaspettata. Ad esempio, quello del raffreddamento delle Server Farm. Sarebbero queste i grandi edifici o comprensori di edifici che contengono i milioni di sistemi di immagazzinamento e conservazione in cloud di dati, documenti di cittadini, aziende, amministrazioni di tutto il mondo. O i sistemi di blockchain per criptovalute e altro; o di IAG come l’ormai galoppante ChatGpt. Una massa tale di hardware in funzione h24 che produce altrettanti ammassi di calore che va smaltito, pena il crash dell’apparato stesso. E quali sono i sistemi di raffreddamento? Uno è l’acqua. Google ha denunciato recentemente la difficoltà a reperirne in quantità sufficiente allo scopo. Altri sistemi sono l’aria, lo scambio di calore con la terra, la costruzione di Server Farm in climi freddi, come uno di Google in Finlandia. Ognuno di questi sistemi, però, comporta altra complessità e altro consumo di energia, tanto da configurarsi come un inedito mostro che si autodivora nell’atto stesso di divorare dati.
Ma rimaniamo all’allarme principale: quello del sopravanzamento della IAG dell’umano, e dunque della soglia di minaccia esistenziale sempre più prossima. Ora giudicare se questo sia un pericolo reale attuale, o ancora lontano, o meramente ipotetico è già impossibile alla stragrande maggioranza dell’umanità. Proporzionalmente solo una ristretta fascia di super esperti possiede le conoscenze ultra specializzate di un processo sempre più complesso e in continuo, turbolento avanzamento. E al suono delle campane di una parte di questi, rispondono gli squilli trionfali di tromba degli entusiasti dello iagismo, quale soluzione ai principali problemi dell’umanità. Il documento dei 350 alti informatici, abbiamo visto, fa riferimento a pandemia e guerra nucleare. Temi di virologia e strategia geo-politica militare, altrettanto sempre più specialistici, divisivi ed escludenti una reale possibilità di profonda comprensione di massa. La vera lotta avviene in un areopago, o tecno-laboratorio d’avorio sempre più inaccessibile dal fondamento sociale-esistenziale su cui si gioca la partita.
La tecno-scienza, particolarmente la sua branchia informatica (che ne impregna ormai ogni altra), si configura come una vera faglia geologica che stacca una nuova era storica, similmente a come si staccarono tra loro i continenti nell’originaria Pangea. La nuova epoca sarà proprio come un nuovo. supercontinente geo-scientifico. Supercontinente, però, a rischio non solo di pandemie, scontri nucleari, annientamento digitale, perché è già sotto le bombe a tappeto di un attacco alle condizioni di vita biologiche, ambientali, climatiche dell’intero pianeta che lo ospita. E il fatto che questo neo continente giri su sistemi elettronici che continuano a dissipar-estraendo, esaurendo altre insostituibili risorse, a violentare il suolo, i cieli e le acque ci richiama a un pagina del romanzo 1984, di George Orwell.
Il carnefice O’Brien dice alla vittima Winston:
– Se vuoi un simbolo figurato del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano in eterno.
E Winston:
– C’è qualche cosa, nell’universo…non so, un qualche spirito, un qualche principio…che non riuscirete mai a sopraffare.
– Credi in Dio, Winston?
– No.
– E allora quale può essere questo principio che ci annienterà?
– Non lo so. Lo spirito dell’Uomo.
Ecco, forse la IAG potrebbe essere proprio ciò che Orwell chiama lo spirito dell’Uomo. Perché oggi quel volto umano calpestato è l’intero volto di Gea. Ossia della Terra Madre che annienta chi calpesta sé stesso e il mondo.
Riccardo Tavani