Salina, schermo scrigno respiro donna

L’isola eoliana di Salina in questi giorni di metà settembre apre il suo scrigno d’immagini cinematografiche di donne e sulle donne, di misconosciute, drammatiche, suadenti o convincenti storie reali. Cinema narrativo del reale, ma questa definizione non esclude affatto la poesia nei film di genere cosiddetto documentario. Non dimentichiamo che l’origine prima del cinema sono proprio le immagine che mostrano, documentano la realtà, come la celebre uscita delle maestranze dallo stabilimento Lumière. Più di derivazione letterario-teatrale, invece, il cinema di finzione.

Sintesi poetico-esistenziale, potremmo dire, è comunque proprio ciò che intesse l’immagine, non solo del reale, ma reale in sé, ossia originaria, sciolta da condizionamenti, aberrazioni, distorsioni ottiche dello schiacciamento di potere non solo fisico, ma – più occultamente – proprio su linguaggio, pensiero, sguardo.

Tale schiacciamento è lo strumento quotidiano di autoproclamazione del dominio, della forza su ciò che è arbitrariamente scelto, eletto a debolezza da sottomettere. E dove maggiormente questo si manifesta, se non proprio nella necessità di proclamazione abusiva che il patriarcato esercita, celebra istante per istante, respiro per respiro su quel territorio di annessione, isolazione, cui impone nome di donna. Ecco perché la XVII edizione del #SalinaDocFest – in cine-eruzione – reca il titolo sinteticamente poetico-esistenziale di Donna Oltre Confini.  

Scrive Giovanna Taviani, fondatrice, presidente, direttrice del DocFest: “Continua il nostro discorso sull’Isola come metafora femminile, il cui unico confine è il mare. Nel nuovo concept realizzato da QMI Stardust, dalle acque profonde delle Isole Eolie emerge un’isola che ha i contorni mutevoli e fuggenti di una donna: è l’isola di Salina, detta anche Didyme, che nel greco antico significa gemella, per i due coni di vulcano che la attraversano e che visti dal mare sembrano i seni di una dea supina emersa dall’acqua, con lo sguardo rivolto verso un nuovo orizzonte di libertà. L’urgenza del tema nasce da nasce da una riflessione su quanto sta accadendo oggi nel mondo, a cominciare dalla nuova rivoluzione iraniana, il cui slogan ‘Donna Vita Libertà’ restituisce alle donne un ruolo di protagonismo attivo per un rinnovamento globale della società in senso democratico. Alla cinematografia femminile iraniana e alle sue protagoniste il Salina Doc Fest dedicherà un Focus Donne e Iran, nella speranza, e nella convinzione, che l’unico modo per aiutare il movimento delle donne iraniane è parlare di loro. Non farle sentire sole”.

Un premio speciale è assegnato alla regista iraniana Firouzeh Khosrovani, autrice di molti film documentari, tra cui il capolavoro Radiografia di una famiglia. Radiografia non solo della sua storia personale, ma del suo Paese nell’ultimo mezzo secolo. La regista è stata anche colpita da gravi misure repressive per il suo impegno politico e cinematografico. L’altro premio è a Isabella Ragonese, una delle migliori attrici del nostro cinema, oggi alla sua prima prova registica con il suo film documentario Rosa. Il canto delle Sirene, su Rosa Balistreri, la grande canto-cuntista, cantautrice siciliana, nota in tutta Italia per la sua vicinanza artistica al poeta Ignazio Buttitta e Dario Fo. Premi anche a Valeria Golino e Francesca Marciano, mentre una retrospettiva è delicata all’indimenticabile, delicata regista francese Agnès Varda.

Sei i film in concorso che – a giudicare dalle sinossi e dai trailer visibili sul sito del Fest – appaiono tutti di levatura formale e spessore narrativo.

Grande serata d’inizio, la sera di mercoledì 13 settembre, sulla spiaggia dell’antico borgo di Rinella con Gaspare Balsamo, cuntista trapanese, alle prese con il capolavoro Orcynus Orca, romanzo mitico, dato che Stefano D’Arrigo ha impiegato quasi la sua intera vita a scrivere. Balsamo ne fa una riduzione dal titolo di Omo a Mari. Lo stesso cuntista, sabato 16 settembre, accompagna con le sue letture il concerto omaggio di Etta Scollo a Rosa Balistreri Terra ca nun sente.

Che mari, vulcani, cielo poetico intorno e sopra Salina preservino e continuino ad arricchire questo prezioso schermo scrigno respiro mediterraneo.


Riccardo Tavani

Print Friendly, PDF & Email