Dalla guerra non nasce la pace

La guerra genera guerra. La fame genera fame. Odio e violenza generano odio e violenza. Si illude chi pensa che dalla guerra possa nascere la pace.

Il bombardamento americano ai siti iraniani segnano un nuovo passo verso un conflitto globale senza vinti né vincitori. Solo migliaia di morti civili innocenti senza colpe. È quanto accade a Gaza, in Medio Oriente, i Ucraina, in Africa e in ogni angolo del mondo dove la guerra genera guerra. Si è innescato un meccanismo infernale, la cui logica della forza è divenuta l’unica opzione, percorsa da potenze, che della democrazia hanno solo un lontano ricordo. L’uso della forza militare senza nessun confronto nelle sedi parlamentari rimette al centro la questione di cosa sono le democrazie. Cosa è l’Onu? Gli organismi internazionali non hanno più nessun ruolo nel governo delle crisi, umanitarie o di guerra. L’idea che l’uso massiccio e dimostrativo del potere militare sia in grado di garantire la pace è una tragica illusione che la storia ha ripetutamente smentito.

“Ma proprio questa illusione sta tornando ad alimentare un discorso pubblico irresponsabile, scrive Mauro Magatti su Avvenire, il quotidiano dei vescovi, in cui la guerra sembra riacquisire una paradossale legittimità. Emblematica, in questo senso, è la dichiarazione del primo ministro Netanyau che, nella notte del bombardamento, ha ringraziato l’ex presidente americano Donald Trump, affermando che “la pace si costruisce con la forza”. Una frase ingannevole che scambia la pace con la guerra. Perché la pace costruita con la forza non è pace: è imposizione, dominio, sopraffazione”.

Claudio Caldarelli

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