No al razzismo, no al fascismo

L’attentato del 3 febbraio è solo l’ultimo episodio di una serie di violenze di matrice neofascista. Ma la politica e le Istituzioni sembrano sottovalutare quanto accade. “ Più di settant’anni dopo la morte di Benito Mussolini, migliaia di italiani stanno aderendo a gruppi che si definiscono fascisti. Tra i motivi ci sono il modo in cui viene raccontata la crisi dei migranti, l’aumento di notizie false e l’incapacità del paese di fare i conti con il passato…” Così sul The Guardian viene descritto il nostro paese dopo l’attacco che il 3 febbraio a Macerata ha provocato il ferimento di sei africani. Dal 2014 a oggi in Italia ci sono stati 142 episodi di violenza e intimidazione commessi da neofascisti o simpatizzanti di estrema destra.

Quando viene commesso un reato non è mai buon segno vedere una parte della opinione pubblica che si accanisce contro le vittime. Questo è lo spettacolo desolante al quale abbiamo assistito in questi giorni dopo l’attentato compiuto da Luca Traini, che ha ferito sei africani a colpi di pistola. Non è stato il gesto di un folle, ma l’azione lucida di un militante della Lega Nord, con cui si era candidato alle amministrative del 2017. L’immagine di Traini avvolto nel tricolore che fa il saluto fascista gridando viva l’Italia, ha un significato politico, ha voluto dare una precisa connotazione al suo gesto di vendetta. Pochi giorni prima un nigeriano era stato fermato per l’orribile omicidio di una diciottenne, Pamela Mastropietro. Tutta la destra si è subito schierata in modo inquietante, strumentalizzando la presenza degli stranieri in Italia. Matteo Salvini, leader della Lega dice che vuole andare al governo per riportare ordine, sicurezza, giustizia sociale e serenità, mentre il suo alleato, che faceva volontariato sociale al posto del carcere, in una comunità di anziani, ha promesso di espellere 600 mila immigrati irregolari, che, dice sempre Berlusconi, sono pronti a commettere reati.

La presidente della Camera Laura Boldrini, spesso sotto attacco sui social, nota per le sue posizioni di accoglienza dei migranti, subito dopo i fatti di Macerata, è stata bersaglio di intimidazione, sulla rete è apparsa una immagine della sua testa tagliata, con sotto la scritta: Sgozzata da un nigeriano inferocito. Questa è la fine che deve fare, così per apprezzare le usanze dei suoi nemici.

Le reazioni della destra, ma anche del Pd che si sposta a destra per occupare posizioni di chiusura nei confronti dei migranti, non lasciano sperare in una politica di accoglienza e integrazione. La mancanza di solidarietà mostrata da bui a parte dei partiti di governo, ma anche della società civile, sono il segno dei tempi che cambiano in una involuzione etica e morale che tende a riportare indietro l’orologio della storia, in un paese dove si è combattuta una guerra di liberazione, con la Resistenza, contro il nazifascismo. Mentre in Europa si aggira lo spettro della xenofobia, del razzismo e dell’antisemitismo ( vedi leggi in Polonia) in Italia alla vigilia delle elezioni i toni contro i migranti sono sempre più amplificati.

di Claudio Caldarelli