Attentati terroristici: quante vittime dovremo ancora contare?
L’attentato di Instambul(Turchia) è avvenuto il primo gennaio 2017 presso la discoteca Reina, dove centinaia di persone stavano festeggiando l’anno nuovo. Si contano 39 morti e 69 feriti. Un uomo armato verso l’1 e 15 ha aperto il fuoco uccidendo subito un agente di polizia. Ma è stato riferito dai media turchi che vi erano più attaccanti che gridavano frasi in arabo. Gli esperti ritengono che dietro l’attentato ci sia la mano dell’Isis. Un corrispondente dell’emittente Al Jazeera ha dichiarato che i servizi di sicurezza sono orientati sul coinvolgimento dello stato islamico per la tempistica e il bersaglio scelti per l’attacco. Inoltre l’Isis alcuni giorni prima del capod’anno aveva rivolto un appello ad un’altra organizzazione terroristica :”I lupi solitari” per fare attentati in locali. Infatti il 2 gennaio 2017 l’attacco è stato rivendicato dall’Isis. La Turchia era stata per di più protagonista alcuni giorni prima dell’intesa mediata con la Russia, l’Iran e del cessate il fuoco in Siria. La nazione poi era stata oggetto di un altro attacco il 10 dicembre quando l’esplosione di due bombe all’esterno dello stadio Besiktas aveva causato 44 morti. L’attentato era stato rivendicato da militanti curdi.
Il presidente Erdogan ha affermato che è determinato a combattere il terrorismo e a fare qualsiasi cosa per garantire la pace e la sicurezza dei suoi cittadini. La Casa bianca per voce del presidente congedato Obama ha condannato la “barbarie” dell’attacco, sostenendo il suo alleato Nato nel combattere e sconfiggere tutte le forme di terrorismo. Anche papa Francesco rinnovando il cordoglio per le vittime della strage, ha affermato “la violenza ha colpito anche in questa notte di auguri e di speranza”.
Come si evince da questo e da altri attentati terroristici di matrice islamica siamo in guerra, ma una guerra diversa dai passati conflitti. Infatti questi eventi terroristici non hanno l’intento di rovesciare regimi politici, come in passato, ma il loro intento è quello di destabilizzare l’opinione pubblica internazionale e seminare caos. L’obiettivo dell’Isis a medio e lungo termine è quello di cavalcare la rabbia e la paura della gente soprattutto in Medio-Oriente per arrivare alla radicalizzazione e allo scontro tra ceti, mettendo in discussione la “laicità dello stato”. E’ indispensabile quindi portare avanti in Europa come in America una politica estera di ampio respiro e sostenere sempre il dialogo interreligioso per isolare le frange più estremiste.
di Lucio Altina