Vieni via con me

Si rimane estasiati, incantati a vedere dall’inizio alla fine il film Paolo Conte, Via con me, per la regia di Giorgio Verdelli. Anzi, alla fine si vorrebbe che la visione continuasse ancora per un bel pezzo. Nel 2017, a due anni dall’improvvisa scomparsa del cantautore napoletano, Verdelli aveva già firmato la regia di un altro stupendo omaggio cinematografico-musicale dal titolo Pino Daniele, il tempo resterà. Qui, però, il regista mette magistralmente a frutto quella prima esperienza e la supera di slancio. A imprimere una maggiore spinta è indubbiamente la presenza magnetica di Paolo Conte lungo tutto il film. Più lui incarna sé stesso, ossia il personaggio del musicista e poeta antidivo per eccellenza, più attrae la nostra attenzione e ci affascina, lasciandoci senza parole. Scrive il filosofo del linguaggio Ludwig Wittgenstein in due suoi celebri aforismi che ci mancano le parole per descrivere l’aroma del caffè e per dire cosa sia il suono del clarinetto. È la differenza tra il dire e sapere.

Nell’uno e nell’altro caso, infatti, sappiamo cosa siano le due cose, ma riusciamo a dirle attraverso le parole. Così questo film. Per renderne tuto l’incanto, bisognerebbe ricorrere a una tale massa e circonvoluzioni di parole che si finirebbe per ridurne la bellezza, l’autenticità. Mentre se lo vediamo così com’è, manteniamo intatta la nuvola di stupore che ci sospende in aria insieme agli spettatori nel buio della sala. Al riaccendersi delle luci siamo ancora tutte e tutti dentro quella nuvola, con un sorriso dolce spalmato sulle labbra, mentre sciamiamo galleggiando fuori dal cinema. E le parole che ci scambiamo con gli altri sono semplicemente un che di tattile, per toccarsi, anche senza dita e mani (soprattutto in questo periodo pandemico), per attestare, dare esteriore testimonianza della comune emozione provata. Serve dire che nel film appare tutta una simpatica sfilza di personaggi dello spettacolo che mettono in luce ognuno un aspetto diverso dell’arte poetico-jazzistica e della personalità di Paolo Conte? Non tanto. Perché basta in realtà affidarsi soltanto al titolo del film: Via con me. Tu entra a vederlo e ci pensa Paolo a portarti letteralmente via con lui.

di Riccardo Tavani